Panatta e il "Var fascista", siluro da Repubblica: "Inguaribile ossessione"

giovedì 28 agosto 2025
Panatta e il "Var fascista", siluro da Repubblica: "Inguaribile ossessione"

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Il caso del Var "fascista" dopo essere esploso alla Domenica Sportiva a seguito di una battuta di Adriano Panatta, sbarca pure su Repubblica ma, un po' a sorpresa, viene "smontato" da Francesco Merlo. Nella rubrica delle lettere, un lettore decide di "spezzare una lancia" nei confronti di Gianluca Manganiello, arbitro di Como-Lazio, prima giornata di Serie A, protagonista per la prima volta nella storia del calcio italiano di una "spiegazione" al pubblico allo stadio e a casa in seguito a revisione del Var. Un gol annullato annunciato con fare piuttosto enfatico: "A seguito di revisione il numero 11 della Lazio è partito in posizione di fuorigioco. Decisione finale: fuorigioco".

Parole scandite con solennità che qualche ora dopo, nella trasmissione sportiva di Rai 1, hanno fatto sorridere Panatta: "Ma si sono anche allenati per fare questi annunci?", ha sghignazzato il grande ex tennista azzurro, trionfatore in Coppa Davis nel 1976, poi capitano e infine, oggi, apprezzatissimo commentatore.

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"Perché rido? Perché sembrano dei proclami di parecchi anni fa. Di parecchi anni fa, anche meno. Ma come si chiama questo signore? Maganiello si chiama? Signor Manganiello, anche se devi spiegare al pubblico, meno enfasi. Sembrava veramente piazza Venezia. Un po' troppo rigido". Il riferimento è al celebre discorso di Benito Mussolini dal balcone di piazza Venezia, il punto culminante e più drammatico del regime fascista.

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"Il 'povero' Manganiello che ha inaugurato la spiegazione urbi et orbi di una sua decisione arbitrale, come da regolamento. Si è esibito con voce roboante: «Sembrava piazza Venezia», ha scritto Adriano Panatta. Ma era solo emozionato", protesta il lettore di Repubblica a cui Merlo risponde con imprevedibile equilibrio: "Manganiello ha usato il tono del fischietto, unica lingua dell'arbitro, il contrario della lingua dell'arbitrio e dell'arbitrarietà di piazza Venezia, che è, come dimostra il simpatico Panatta, un'inguaribile ossessione italiana".