Paolo Bertolucci non fa sconti, ma nemmeno drammi. La sconfitta di Jannik Sinner contro Carlos Alcaraz agli US Open, per l’ex campione e oggi voce di Sky “è assolutamente nella logica delle cose”. Nessun dramma, dunque, se il numero due del mondo perde contro il numero uno. “Mi fa ridere chi parla di tragedia per Sinner — dice — Se uno gioca al 100% e l’altro al 90, vai a casa. È successo a Wimbledon, è successo a New York. Lo sport è questo”.
Il nodo, spiega Bertolucci, resta il servizio e la gestione dei momenti chiave: “Contro Alcaraz non ti puoi permettere di calare — aggiunge — Con gli altri riesci a venirne fuori, con lui no. Paghi e paghi dazio pesantemente”. Sinner, aggiunge, ha avuto anche un calo fisico, mentre lo spagnolo “è stato perfetto in tutto, più brillante e più esplosivo”. Non mancano consigli: “Dovrà migliorare ancora alcuni dettagli, come variare di più il gioco — dice ancora —Ma prima devi comandare tu lo scambio, altrimenti subisci. E se subisci, la varietà sai dove te la metti?”. Alla domanda se servano cambi nello staff, Bertolucci è netto: “Lo sa lui cosa deve fare. Io rido quando leggo che da fuori si pretende di sapere chi deve cambiare o assumere. Pensassero ai ca**i loro”.
[[ge:kolumbus:liberoquotidiano:43796409]]
Lo sguardo si allarga anche al circuito: “La fascia Tsitsipas-Medvedev è superata — dice ancora Bertolucci — Bisogna aspettare giovani che abbiano fame e mentalità. Altrimenti saranno quartofinalisti a vita”. Più che i giocatori, secondo l’ex tennista, a deludere è stata l’organizzazione dello Slam: “Agli US Open gestione demenziale: orari ballerini, finale ritardata per l’arrivo di Trump. Inaccettabile”, tuona. Un dato, però, resta positivo: “L’Italia c’è sempre — conclude — Nella cosiddetta ‘tragedia’, abbiamo il numero due del mondo. Magari fosse così in tutti i settori italiani”.