Non è l’allievo che supera il maestro soltanto perché il maestro è insuperabile, ma siamo lì. Allineati in cima al mondo. Fefè De Giorgi come Julio Velasco, gli azzurri come le azzurre, “generazioni di fenomeni” che si rinnovano. Fenomeni sono quelli e quelle in campo, ma il talento non basta perché ne hanno in abbondanza anche gli altri. Ebbene, la doppietta mondiale della pallavolo italiana, maschile e femminile, non è primariamente un trionfo tecnico ma il prodotto di un metodo: l’intelligenza emotiva applicata allo sport. Julio Velasco e Fefè De Giorgi, il maestro e... il maestro, hanno conquistato il mondo con questa stessa, identica arma: la gestione magistrale delle risorse umane. Non tecniche, non tattiche: umane. In fondo è di natura umana il loro legame. «Mi manda messaggi, mi sta seguendo. Come io ho seguito lui», raccontava De Giorgi prima della finale. Poi, con un sorriso complice, aggiungeva: «Diciamo che con Julio, insieme, ne abbiamo viste e ne abbiamo fatte tante». Quest’ultima è la più grande di sempre. L’hanno fatta grossa perché mai era accaduto che entrambe le selezioni azzurre di uno sport di squadra olimpico vincessero il titolo iridato nello stesso anno.
Pallavolo, Italia campione del mondo! Bulgaria spazzata via, il bis è servito
Estasi azzurra, puro delirio, gioia infinita: ancora campioni del mondo! L'Italvolley maschile resta sul tetto del m...Sarebbe troppo facile dire che hanno vinto perché avevano le rose più forti. Non è così. Soprattutto i ragazzi di De Giorgi, orfani di un talento come Lavia e ostacolati da diversi problemi, avevano sulla carta qualcosa in meno della Polonia, eppure l’hanno spazzata via. Il punto in comune, il vero segreto, è l’intelligenza emotiva. Velasco e De Giorgi sono due leader come se ne sono visti pochi nella storia dello sport.
Italvolley, impresa pazzesca: 3-0 alla Polonia, è finale-Mondiale!
Primi al mondo. Sembravano imbattibili. Pareva un'impresa oltre il possibile. E invece, tutto il contrario: l'It...Due uomini capaci di fissare gerarchie chiare senza che nessuno si senta escluso, nemmeno chi non mette piede in campo. Due esseri umani con cui ti viene voglia di stare. Il loro trionfo è una lezione che va oltre la pallavolo. È la dimostrazione che non sono solo i prepotenti a conquistare il mondo. Possono farlo anche le persone perbene. Le persone che pensano al bene comune, agli altri prima che a loro stesse. Ce ne fossero di più, il mondo, non solo quello dello sport, sarebbe semplicemente un posto migliore.