Se Carlos Alcaraz trionfa a Tokyo, Jannik Sinner risponde subito da Pechino, in una sorta di ping-pong tennistico che dall’estremo oriente arriva in tutto il mondo. È questo il ritmo serrato della nuova grande rivalità del tennis: due atleti che si spingono a vicenda, dividendo trofei e settimane di gloria. A Pechino Sinner ha dominato la finale contro la rivelazione americana Learner Tien, battuto con un doppio 6-2 in poco più di un’ora. Un successo netto, quasi inevitabile, che riporta il 24enne altoatesino in cima al podio del China Open, già conquistato nel 2023.
La vittoria non è solo una coppa in più in bacheca – la 21esima in carriera, sesto titolo ATP 500 – ma anche un segnale tecnico preciso. Sinner in finale ha aumentato la percentuale di prime (66% con il 77% di conversione), ha messo a referto 10 ace e soprattutto ha mostrato variazioni nuove: rovesci tagliati, discese a rete, smorzate. Segnali di un gioco meno monocorde e sempre più completo, che ha l’obiettivo di ampliare le frecce nella propria faretra tennistica. Più in generale è il servizio ad avergli tolto più volte le proverbiali castagne dal fuoco, soprattutto in semifinale con De Minaur, quando ha annullato 11 palle break su 12 grazie a servizi vincenti.
«Piccoli dettagli che fanno la differenza», come ama ripetere e che nel tempo rischiano di fare una differenza enorme. L’obiettivo dopo New York è questo. Cosa succede adesso? Il successo a Pechino, unito al contemporaneo forfait di Alcaraz a Shanghai, ha spalancato un varco di classifica che potrebbe farsi nuovamente interessante in chiave primato. Lo spagnolo, grazie al titolo di Tokyo, si è issatoa quota 11.540 punti, mentre Sinner con il trionfo cinese è salito a 10.950, riducendo il distacco a 590 lunghezze.
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L’assenza di Carlos nel Masters 1000 di Shanghai potrebbe cambiare ulteriormente lo scenario: non potendo difendere i 200 punti dei quarti dello scorso anno, si attesterebbe a quota 11.340. A quel punto il pallino del gioco sarebbe nelle mani di Jannik. Se riuscisse a confermare il titolo conquistato dodici mesi fa, resterebbe a 10.950 punti ma vedrebbe il gap ridursi a soli 390 punti. È qui che entra in gioco Vienna, crocevia potenzialmente decisivo. L’altoatesino è regolarmente iscritto e, in caso di vittoria, salirebbe a 11.450 punti, operando così il sorpasso già il 27 ottobre, prima di Parigi-Bercy e delle Finals di Torino. Alcaraz, almeno per ora, non figura né a Vienna né a Basilea: se rimanesse fermo, la sua classifica resterebbe inchiodata a 11.340.
In pratica, se tutto si incastrasse, il numero uno potrebbe essere dell’azzurro. Non è un’equazione semplice, perché richiede a Sinner di infilare un filotto perfetto tra Shanghai e Vienna, ma non è nemmeno più un’utopia. Certo, mantenere la leadership sarebbe complicato. A Torino Jannik difende i 1500 punti conquistati nel trionfo alle Finals 2024, mentre Alcaraz uscì al girone (200 punti in gioco) e avrà dunque più margine per guadagnare. Lo spagnolo resta il favorito a lungo termine, ma la prospettiva di un ritorno, anche temporaneo, di Sinner al vertice mondiale darebbe comunque un segnale fortissimo: il duello è aperto e non ci sarà tregua.
Orala parola passa al campo. Sinner volerà a Shanghai con l’etichetta di campione in carica e con un dato incredibile: 62 vittorie consecutive sul cemento contro avversari fuori dalla top 10. Una striscia che racconta il livello raggiunto dal numero 2 al mondo. Poi arriverà Vienna, settimana che potrebbe davvero valere il sorpasso. Oltre i calcoli, resta una certezza: Sinner è dentro fino in fondo alla prestigiosa corsa al trono mondiale e la partita con Alcaraz, anche quando non si incrociano in campo, è appena cominciata.