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Luciano Spalletti, altra cannonata ad Acerbi: "Si è assolto da solo"

di Lorenzo Pastuglialunedì 13 ottobre 2025
Luciano Spalletti, altra cannonata ad Acerbi: "Si è assolto da solo"

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Luciano Spalletti si racconta al Festival dello Sport, nell’incontro ‘Il mio calcio, la mia vita’, dialogando a cuore aperto con Stefano Agresti. E parte dal dolore più recente, quello legato alla Nazionale e al caso Acerbi: "Mi martella nella testa, non voglio togliere niente del dolore che mi provoca, lo devo vivere e assorbire tutto — dice il toscano — Troppo? Me lo dicono tutti, ma io sono fatto così. Per me la Nazionale era il Paradiso". Poi aggiunge, con la sua ironia ruvida: "Se qualcuno evidenzia questa pena e dice ‘poverino’, gli do una testata e metto tutto a posto".

Sul difensore dell’Inter è netto: "Il giorno prima della convocazione l’ho chiamato per dirgli che il campo dimostrava che aveva ragione lui, che era ancora uno dei più forti — prosegue nel racconto Spalletti — Gli ho detto che era un leader, l’avevo preferito a Mancini. Mi ha risposto: ‘Se lei dice così, va bene’. Poi, pochi giorni dopo, mi ha scritto dicendo che non veniva più. L’ho chiamato, ha tirato fuori l’episodio di Juan Jesus… Se si è creato un’assoluzione per non avere responsabilità, sono contento per lui, ma la cosa è andata diversamente”. 

Resta però la voglia di guardare avanti: "Sono certo che succederà qualcosa di ancora più bello”. Spalletti ha parlato anche delle pressioni vissute da c.t.: "Ho cercato di trasferire il mio modo di essere, e forse ho sbagliato. C’era bisogno di più leggerezza”.

Sul Napoli è schietto: "Il presidente (Aurelio de Laurentiis, ndr) aveva preso il sopravvento — racconta il tecnico — Ho deciso di non rimanere, anche a costo di non poter allenare. A Napoli ho ricevuto un amore enorme, che ti metteva anche paura”. E su Totti: "Gli ho regalato la DeLorean per dirgli che arriva per tutti il momento di fermarsi. Ora il rapporto si è ricostruito”.