Jannik Sinner ha detto “no” alla convocazione per le Final Eight di Coppa Davis. Una scelta che ha fatto discutere, ma perfettamente legittima. Il regolamento, infatti, non obbliga i giocatori a partecipare: ogni tennista può rifiutare per motivi personali, fisici o di calendario. La Davis non rientra tra i tornei obbligatori dell’Atp o del Grande Slam, e non prevede penalità in caso di rinuncia.
Le uniche ripercussioni possibili riguardano l’eleggibilità olimpica. Per rappresentare il proprio Paese ai Giochi, un atleta deve essere “in good standing” con la federazione e l’Itf, e aver disputato (o almeno reso la propria disponibilità) a due incontri di Coppa Davis nel ciclo olimpico di quattro anni. Margini sufficienti a lasciare tranquillo Sinner, che non rischia alcuna sanzione né dall’Atp né dall’Itf.
Jannik Sinner, la rivoluzione: "Dal primo colpo dopo New York"
Jannik Sinner ha offerto a Riad la sua partita più netta e ideologica nella finale vinta contro Carlos Alcaraz: n...Anche altri campioni, da Roger Federer a Rafa Nadal, passando per Novak Djokovic e Carlos Alcaraz, hanno saltato la Davis in passato. “È una scelta non semplice — ha spiegato Sinner a Sky Sport — ma dopo le Atp Finals l’obiettivo è partire col piede giusto nel 2026 in Australia. Una settimana di preparazione in più è importante. La Davis l’abbiamo già vinta nel 2023 e nel 2024, quest’anno abbiamo deciso così”.
Dietro la decisione, dunque, non ci sono motivi polemici ma una pianificazione chirurgica. Sinner, reduce da problemi fisici a Cincinnati e Shanghai, ha preferito preservarsi e lavorare sulla forma in vista del nuovo anno. L’obiettivo è chiaro: tornare numero uno e consolidarsi ai vertici del tennis mondiale. Una scelta discussa, sì, ma del tutto conforme alle regole.