A quasi dodici anni dal grave incidente sugli sci che ha segnato la vita di Michael Schumacher a Méribel, emergono inquietudini e supposizioni più che rivelazioni vere e proprie. Richard Hopkins, ex dirigente di Red Bull e McLaren, ha condiviso con Sport Bible alcune riflessioni sul sette volte campione del mondo, esprimendo dubbi sul suo futuro pubblico.
"Mi sento un po’ a disagio a dirlo, ma non credo che lo rivedremo", ha dichiarato, sottolineando il riserbo imposto dalla famiglia.La moglie Corinna custodisce gelosamente ogni dettaglio sulle condizioni cliniche di Michael, che continua le cure nella residenza svizzera. Solo un ristretto gruppo di intimi, come Jean Todt, Ross Brawn e Gerhard Berger, ha accesso alla villa, e chiunque li visiti è vincolato al rispetto della privacy. Hopkins, che non fa parte di questa cerchia, ha precisato: "Io non appartengo alla sua cerchia più intima".
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Un finale di Mondiale di F1 di quelli belli, con tre piloti in lotta per il titolo: un Lando Norris in forma e fresco di...Sa solo che Schumacher è seguito da un medico finlandese personale, e immagina che nemmeno un amico come Ross Brawn si sbottonerebbe su dettagli sensibili, magari davanti a un bicchiere di vino.Negli ultimi mesi, sporadiche testimonianze hanno offerto frammenti di speranza. Lo scorso aprile, Jackie Stewart ha raccontato un episodio toccante: con l'aiuto di Corinna, Michael è riuscito a firmare un casco del tre volte campione scozzese, lo stesso indossato da Stewart per un giro celebrativo a Sakhir, a bordo della Tyrrell 006 del suo titolo 1973. Il casco è stato poi destinato a un'asta benefica, gesto interpretato come segnale positivo. Il giornalista Felix Gorner, amico della famiglia, ha confermato che Schumacher necessita di assistenza continua, è completamente dipendente dai caregiver e non è più in grado di parlare. L'accesso alla casa rimane limitato a poche persone di fiducia, con ogni informazione filtrata per tutelare la privacy.




