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Lampedusa, le foto dell'emergenza: rifiuti, degrado, inciviltà. Lamorgese dov'è?

Massimo Sanvito
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Sono a centinaia, stesi su materassi di gomma piuma sudici, in mezzo a bottiglie vuote, scatolette di cibo, sacchetti. I cestoni dell'immondizia che sono rimasti in piedi strabordano di rifiuti, gli altri sono crollati a terra. Si cammina su una distesa di plastica. Uomini, donne, bambini, neonati e persino malati ammassati uno sopra l'altro. Sotto il sole che picchia senza sosta. Dormono e mangiano tra la spazzatura. I bagni sono fuori uso. La puzza è insostenibile. No, non è un film. Non sono istantanee degne di un paese civile quelle che arrivano da Lampedusa. Il centro d'accoglienza è al limite: basta una scintilla per farlo esplodere. Sono quasi in 2.000 lì dentro, quando al massimo potrebbero starci 350. Per ogni posto letto ci sono cinque migranti.

Da giovedì, con dieci sbarchi diversi, sono arrivati in 530. Il collasso è a un passo. «Potrebbero essere foto della Libia. Ma no, è l'Italia», dice Giusi Nicolini, ex sindaco dell'isola, a corredo delle foto che pubblica online e fanno il giro del mondo.

 

c'è la nave San Marco della Marina Militare che ieri ha attraccato a Cala Pisana, ha caricato 600 profughi e li ha portati via da quell'hotspot trasformato in un girone infernale: direzione Porto Empedocle. Altri 600 ne dislocherà oggi a Pozzallo. I trasferimenti proseguiranno con l'aiuto di Guardia di Finanza e Guardia Costiera: 150 migranti verranno trasferiti oggi a Porto Empedocle con una motovedetta della Guardia di Finanza. Domani due motovedette della Guardia costiera preleveranno 128 migranti e anche in questo caso li trasferiranno a Porto Empedocle. La parola d'ordine è alleggerire le presenze e consentire la pulizia dell'area di contrada Imbriacola.

 

 

ESTATE TORRIDA
«Ieri (venerdì, ndr) è stata fatta un'operazione straordinaria di pulizia della struttura di primissima accoglienza. Poi verrà fatta una riunione, con le forze dell'ordine e i gestori del centro d'accoglienza per valutare cosa sta accadendo e come comportarsi«, ha spiegato il neo sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino. Si prospetta un'estate torrida a queste latitudini e non solo per le temperature roventi: le partenze dalla Libia e gli sbarchi sull'isola registrano già un segno "più" rispetto agli anni scorsi. «Se non lunedì, al massimo martedì, completeremo i trasferimenti», ha assicurato il prefetto di Agrigento, Maria Rita Cocciufa, al termine di un sopralluogo insieme al direttore dei Servizi civili per l'immigrazione e l'asilo, il prefetto Michela Lattarulo, la coop che gestisce il centro, Comune e forze dell'ordine.

Ma nonostante una situazione del genere, ben oltre i limiti dell'umanità, le ong battono ancora sul tasto dell'accoglienza senza limiti. «Le condizioni dell'hotspot ci devono far provare vergogna. Ieri l'ex sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini ha postato su Twitter quattro foto, che qui pubblichiamo, relative all'emergenza migranti in corso nell'hotspot di Lampedusa. «Sono 2.100 le persone ammassate nel Centro di accoglienza a Lampedusa», ha scritto l'ex prima cittadino. «Anche donne (4 gravide), bambini, malati e bisognosi di cure dormono per terra, dove pure mangiano, tra i rifiuti. I posti letto sono meno di 200.

 

 

Potrebbero essere foto della Libia. Ma no, è Italia». Intanto sarebbe partito un piano di alleggerimento per far fronte alla situazione disumana, rispetto a cui l'attuale vicesindaco dell'isola, Attilio Lucia, ha sollecitato il ministro dell'Interno Lamorgese (a sinistra) a intervenire: «Non attenda sempre l'emergenza», ha detto.

Una vergogna profonda per quello che come Stato non siamo in grado di dare: diritti, dignità, cura alle persone che arrivano sulle nostre coste. Ma il problema è un altro, le consideriamo davvero persone? Il nostro Governo li considera degli esseri umani, uguali a noi? Purtroppo temo di no», attacca Veronica Alfonsi, portavoce di Open Arms Italia. E via con le solite vuote accuse di razzismo: «Le violazioni continue che queste persone subiscono, in mare e a terra, sono frutto di questa tragica visione del mondo, un mondo diviso in due, dove la metà bianca e ricca rivendica il diritto di prevaricare quella povera e nera». Il nocciolo della questione, però, è che senza più controlli delle partenze in Libia la situazione è tracimata e il risultato è quello che si vede in quelle terribili immagini. Ma non è tutto. Perché a Lampedusa mancano pure i mediatori linguistici e identificare i migranti è diventato a dir poco difficoltoso.

SISTEMA CHE FA ACQUA
Ciò cosa significa? Che il sistema fa acqua da tutte le parti e non può reggere a lungo. «Ci salva solo il maltempo», ha detto il vicesindaco Attilio Lucia, nonché commissario cittadino della Lega. È in contatto costante con Matteo Salvini. «Ci siamo sentiti anche poco fa. È sempre molto attento su questo tema. Anche i sottosegretari all'Interno, Nicola Molteni, e alla Difesa, Stefania Pucciarelli, si sono messi subito a disposizione». Il leader leghista è atteso a breve nell'isola per una visita, mentre la polemica politica infiamma. Salvini va all'attacco: «Ecco il fallito modello di accoglienza della sinistra che non fa bene a nessuno, anzi condanna chi sbarca a condizioni disumane. Io venerdì sarò nell'aula bunker dell'Ucciardone di Palermo per il caso Open Arms e rischierò fino a 15 anni di carcere per aver bloccato gli sbarchi, il ministro Lamorgese dove è?».

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