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Nicola Porro inchioda Draghi e Pd. "Immigrati e sicurezza", come condannano l'Italia

 Nicola Porro

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Non si sa bene cosa sia l'Agenda Draghi, "non è neanche un progetto, non ha date, non ci sono punti precisi di un programma, è una categoria dello spirito. Eppure chi si ribella all'Agenda non è serio, non ha capito come risolvere le questioni fondamentali di questo Paese", scrive Nicola Porro nel suo editoriale su Il Giornale. Intanto, mentre si parla di questa "mitica agenda", prosegue il conduttore di Quarta Repubblica, "ti capita di vedere un video girato a Milano. Stazione Centrale. Pieno giorno. Due immigrati se le danno di santa ragione: e uno di loro, minorenne, viene ripreso insanguinato e scalciato come un animale mentre geme a terra.

 

 

E non mancano episodi simili precedenti, a Milano come in altre città. "La sicurezza, l'immigrazione, non è contenuta in nessuna pagina delle mitiche agende Draghi", osserva ancora Porro. "Per il semplice motivo che la sicurezza è roba che alla sinistra ancora non va giù. Sa di autoritarismo, di stato di polizia, è troppo popolare. Come diceva il grande Sergio Ricossa: 'La sinistra dice di amare il popolo, come astrazione, ma proprio non sopporta il suo odore'".

 

 

Eppure, conclude il giornalista, "l'insicurezza, come l'inflazione, sono malattie che si devono prevenire. La corsa dei prezzi di oggi è figlia delle folli scelte monetarie di ieri. Così come l'insicurezza è il risultato di politiche immigratorie che pensano solo alla prima accoglienza e delegano tutto il resto del percorso al mercato delinquenziale dei ghetti di periferia".

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