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Pd, lo scandalo: il voto per farci invadere dagli immigrati, sfregio a Draghi

Lorenzo Mottola
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In tanti annidi disastri sul tema dell'immigrazione, il Pd ha fatto una sola cosa saggia. Bene la notizia è che ora ha deciso di cancellarla. Stiamo parlando degli accordi stetti nel 2017 da Marco Minniti. La storia: l'allora ministro degli Interni del Pd dopo tre annidi sbarchi totalmente incontrollati (con conseguenze record di morti) aveva iniziato a trattare con il traballante governo di Tripoli per cercare di contrastare le partenze dall'Africa. Una strategia che non è stata modificata in questi anni e che prevedeva di finanziare la cosiddetta guardia costiera libica (anche con invio di vecchie navi) per consentire di intercettare i barconi di clandestini vicino alle coste del Maghreb e ricondurli nei porti d'origine. Una scelta che moralmente il Pd ha faticato a spiegare alla sua ala sinistra e che i vari Matteo Orfini e Laura Boldrini hanno sempre continuato a contestare. I risultati però sono arrivati: dal 2018 meno sbarchi, meno morti in mare. Molti meno morti, soprattutto negli anni di Matteo Salvini al Viminale, con il varo dei decreti sicurezza. Una volta tornati al governo, i segretari del Nazareno hanno ottenuto la cancellazione delle leggi scritte dal leghista, ma non hanno mai toccato il rifinanziamento della "missione" Minniti. Ovvero, pur tra qualche mugugno, hanno votato per continuare a versare decine di milioni di euro per frenare i flussi. Non è un caso se oggi la gran parte dei migranti arriva a Lampedusa dalla Tunisia, non dalla Libia.

 

 


IN PARLAMENTO
Negli ultimi giorni c'è stata la svolta: mercoledì le commissioni Esteri e Difesa della Camera si sono riunite per sancire un altro rinnovo dell'intesa progettata cinque anni fa. E stavolta il Pd ha scelto di gettare tutto alle ortiche, votando contro. L'ok delle commissioni è arrivato lo stesso, ma il messaggio politico è chiaro. «Una battaglia di pochi che finalmente diventa di tutto il partito», ha chiosato Orfini. Un'indicazione anche in vista della campagna elettorale, evidentemente il Partito Democratico ha scelto: tra Minniti e Boldrini è stato gettato dalla torre il primo. La questione, peraltro, denuncia anche una certa incongruenza: Enrico Letta sta annunciando ai quattro venti che il perno del programma del Pd è la cosiddetta "Agenda Draghi", ovvero portare avanti l'azione di governo seguendo puntualmente i progetti annunciati e messi in pratica dall'esecutivo moribondo.

 

 


Draghi però sull'immigrazione non ha previsto alcuna novità. Anzi, proprio all'inizio di luglio aveva detto che «forse siamo il Paese meno discriminante e aperto il più possibile, ma anche noi abbiamo dei limiti e ora ci siamo arrivati». Abbiamo dei limiti, il centro profughi di Lampedusa scoppia. Il ministro Luciana Lamorgese periodicamente provvede a svuotarlo trasferendo gli stranieri sulla terraferma, ma ormai la situazione sta sfuggendo di mano. Stanno aumentando sbarchi e vittime. Trattare con la Libia pare una scelta obbligata. I dem, tuttavia, evidentemente hanno altri piani e hanno votato contro il governo di cui fanno parte come dei Toninelli qualsiasi.

 

 


QUESTIONI PRATICHE
È palese che le ragioni del Pd siano squisitamente politiche: serviva lanciare un messaggio a sinistra, sia per quanto riguarda l'elettorato più sensibile sul tema sbarchi sia in vista del dialogo per la formazione di una coalizione elettorale all'insegna del "dentro tutti" con la galassia dei partitini rossi. Una goccia di demagogia, per recuperare il terreno perduto. Non a caso da mercoledì i vari politici sostenitori dell'azione delle Ong nel Mediterraneo celebrano la "scelta coraggiosa" di Letta e compagnia. Il coraggio del segretario, tuttavia, potrebbe costare carissimo in caso di ritorno al potere del Pd (il che, come la storia recente insegna, spesso capita anche in caso di sconfitta alle urne del centrosinistra). La Libia in questi mesi sta vivendo delle fasi di altissima tensione, acuite dalla crisi alimentare in atto in mezzo mondo a causa della guerra in Ucraina. I prezzi dei beni alimentari rischiano di andare alle stelle e le conseguenze sono prevedibili: nuove ondate di partenze verso l'Europa, affari d'oro per gli scafisti. Tutto questo potrebbe accadere e tra le ragioni stavolta potrebbe esserci anche la necessità di accontentare la Boldrini e Fratoianni. «Quello del Pd è un vergognoso tentativo d di rifarsi una verginità politica sulle missioni in Libia», ha commentato Fdi.

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