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Piantedosi, "migranti delle ong non toccano a voi": chi gli dà ragione

Alessandro Gonzato
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E ora come la mettiamo, compagni Dem, onorevoli Soumahoro (quello in parlamento con gli stivali di gomma volutamente sporchi di fango), Fratoianni (quello con Bonelli), e paladini tutti dell'immigrazione indiscriminata? L'Unione Europea ha subito dato ragione a Matteo Piantedosi, quel "razzistaccio" del nuovo ministro dell'Interno, ex prefetto di Roma ed ex capo di gabinetto di Matteo Salvini quando il leghista era al Viminale, il quale prima ha negato lo sbarco in Italia delle centinaia di migranti a bordo delle navi Ocean Viking e Humanity One che battono bandiera norvegese e tedesca, «perché la condotta delle Ong non è stata in linea con le norme in materia di sicurezza, controllo delle frontiere e contrasto all'immigrazione illegale», e poi ha informato che «i migranti sono saliti sulle imbarcazioni in acque internazionali» e dunque «secondo il codice della navigazione e la giurisdizione sono Norvegia e Germania a doversi occupare dell'assistenza e dell'accoglienza».

 

 


FACCE DEM
Ieri - e possiamo solo immaginare la faccia di Dem e affini - la portavoce della commissione Ue in materia di migrazioni, Anitta Hipper, ha confermato che è «lo Stato di bandiera della nave ad avere la responsabilità primaria di garantire la conformità, gli standard internazionali e dell'Unione».
Norvegia e Germania, per l'appunto. Hipper ha inoltre tenuto a precisare che l'Europa, per ciò che riguarda Ocean Viking e Humanity One, «non è coinvolta né responsabile del coordinamento delle operazioni». Successivamente ha rivolto un invito ai Paesi membri e alle Ong a «rispettare le leggi» e a «salvare rapidamente» chi è in difficoltà. «Gli Stati membri si sono impegnati ad attuare un meccanismo di solidarietà volontario concepito per sostenere le nazioni più colpite dalle sfide migratorie, con un'assistenza basata sulle necessità da parte delle nazioni dell'Unione, complementare al sostegno europeo, offrendo ricollocazioni e contribuiti finanziari. L'Italia, attualmente sottoposta a una forte pressione migratoria», ha concluso la portavoce Ue, «è stata la prima a veder ripartire le ricollocazioni volontarie». Sì: fino a un certo punto, perché negli ultimi tre anni con Luciana Lamorgese il centro d'accoglienza di Lampedusa è tornato a esplodere e i partner europei non hanno fatto a gara per offrire aiuto.


L'altra notizia di giornata, decisamente significativa, è che l'Ue sta discutendo una proposta per il ricollocamento volontario tra i Paesi che coinvolga almeno 5 mila migranti all'anno con la prospettiva di arrivare a 10 mila. L'ok dell'Ue alla linea Piantedosi è arrivato pochi giorni dopo le parole del commissario Ue per il Mercato interno, il francese Thierry Breton, nei confronti di Giorgia Meloni («Non ho dubbi che il nuovo governo italiano sarà in grado di rispettare gli impegni», «ho parlato con Draghi ed è molto fiducioso, e io non sono mai stato preoccupato») e ieri la premier ha parlato anche di migrazioni, al telefono col cancelliere tedesco Olaf Scholz. Il quale poco dopo ha diffuso una nota per complimentarsi per l'avvio della nuova collaborazione.

 

 


TUTTI A BORDO
Dicevamo di Nicola Fratoianni, il capo e deputato di Sinistra Italiana che ha raccolto l'esortazione di Aboubakar Soumahoro ai parlamentari a salire a bordo delle navi delle Ong: «Personalmente ci sono salito più di una volta e sono d'accordo, è utile, doveroso, perché quando vedi quello che accade nel più grande cimitero a cielo aperto del mondo impari qualcosa». Erano i tempi in cui Richard Gere scendeva dagli yatch con jacuzzi per salire sui barconi carichi di migranti a favore di selfie. 

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