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Ong, parole e propaganda: la selezione la attua ogni Stato democratico

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Corrado Ocone
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Non ha perso tempo Letta a parlare di «aberrazione» a proposito della «selezione» che il governo vorrebbe attuare, a suo dire, sugli sbarchi. Ha gioco facile perché «selezione» è uno di quei termini su cui l'uso ha caricato una valenza negativa, salvo per quella «naturale» di cui parlava Darwin verso la quale invece, in onore al feticcio della Natura, benigna e amichevole per principio, si fa un'eccezione. Nell'immaginario comune, forgiato dalla cinematografia oltre che dai ricordi dei sopravvissuti, la selezione è quella che facevano i nazisti degli ebrei all'ingresso dei campi di concentramento: da una parte quelli che andavano mandati subito a morte, dall'altra chi poteva essere utile ancora per lavorare. 

E non c'è dubbio che la sinistra, che tutto vuole strumentalizzare per i propri fini di potere, sotto sotto a questo allude quando ricalca il termine «selezione» che qualche burocrate, più o meno in buona fede, ha utilizzato per spiegare la linea del ministro degli interni. Oppure loda la Francia per aver accolto un'imbarcazione senza fare «selezione» (sì, proprio il Paese che fino a pochi mesi fa respngeva i migranti alla frontiera di Bordighera). In verità, la selezione è una normale attività che ognuno di noi fa nell'agire, e rimanda, etimologicamente, alla scelta, e quindi alla libertà. Certo, la scelta deve farsi con razionalità, cioè dotarsi di un criterio (da cui la parola critica).

Ma qui il criterio è chiaro: in un Paese si entra rispettandone le leggi, fermo restando il dovere morale di soccorrere i deboli e aprire le porte a chi ha lo status di «rifugiato politico». Senza il rispetto dellle leggi, che sono «selettive» per natura, non c'è né sovranità né cittadinanza (e quindi nessuna garanzia né per chi ospita né per chi è ospitato). Tutti gli Stati, compresi quelli democratici, hanno sempre fatto questo tipo di selezione e la fanno ancora. Perché si vorrebbe che l'Italia non la facesse e si presenti come una zona franca, senza leggi, senza Stato e senza sovranità?

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