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Piantedosi, "sponda tedesca": ong e migranti, cambia tutto

Antonio Rapisarda
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Altro che Italia isolata. Ciò vale anche sul fronte più caldo di quest'ultima settimana: quello dei migranti. Se Giorgia Meloni è rientrata dal G20 di Bali con una montagna di dossier politici, commerciali ed energetici aperti coi partner d'Occidente (Usa e Canada) e con gli interlocutori d'Oriente (Cina e India), Matteo Piantedosi ieri al G7 dei ministri dell'Interno in Germania ha portato a casa aperture tutt'altro che minimali sul capitolo delicatissimo del contrasto all'immigrazione clandestina. C'era molta attesa per il vertice convocato a Wiesbaden: se è vero che il tema migranti non era all'ordine del giorno (si è discusso di guerra in Ucraina e sicurezza internazionale), l'attenzione per la crisi diplomatica aperta fra Francia e Italia sul tema Ong ha monopolizzato l'attenzione politica. Già alla vigilia, infatti, il commissario europeo agli Affari interni Ylva Johansson aveva aperto sulla necessità di condividere l'emergenza con l'Italia anticipando la volontà di incontrare Piantedosi. Il risultato?

 

 

Tre punti su cui la Commissione è pronta a lavorare in collaborazione con il Viminale: potenziamento dei canali di ingresso regolare, più rimpatri e più cooperazione per lo sviluppo in Africa. Un buon viatico per quel Piano europeo sui migranti in preparazione su cui il governo darà il suo contributo: «Ci sarà una proposta dell'Italia», ha spiegato il ministro, «che è quella condivisa con i Paesi di primo ingresso, ma non credo andrà molto lontano da quella della Commissione». Un pacchetto che sicuramente interesserà il Consiglio Affari Interni straordinario convocato per venerdì 25 novembre dalla presidenza ceca dell'Ue: proprio per discutere «della situazione attuale su tutte le rotte migratorie». Momento in cui è certo che si incontreranno Piantedosi con il dirimpettaio francese Gérald Darmanin che ieri, per impegni parlamentari, non era presente al G7. Più che significativo, a proposito proprio degli equilibri sul tema fra le prime tre potenze europee, è il bilaterale che ha interessato il ministro con l'omologo tedesco Nancy Faeser. Il dispaccio del risultato è incoraggiante, a maggior ragione riguardo a chi parlava di una Germania "solidale" solo con la Francia: «Piena convergenza per iniziative comuni al fine di governare i flussi migratori».

 

 

Nel colloquio, Piantedosi ha confermato ciò che il governo ha spiegato in tutti i consessi: l'Italia vuole attenersi alle regole Ue, «non intende affatto procedere da sola» sui migranti. La Germania, da parte sua, ha ribadito di voler tener fede al meccanismo di solidarietà. Non si è discusso, nello specifico, della responsabilità degli Stati di bandiera per le navi delle Ong ma di certo è un segnale che il bilaterale si sia tenuto - come confermano dal governo tedesco - in «un clima di partenariato». Un punto a favore della strategia del governo rispetto a chi ha sostenuto che non fosse il caso di far esplodere il dossier migranti in questa fase. Un'ulteriore conferma della linea italiana è giunta in serata quando da Bruxelles hanno confermato - proprio in vista del Consiglio Affari Interni - che «si lavorerà intensamente a un accordo sui principali punti» su cui da tempo insiste l'Italia. In particolare «sull'intesa sui ricollocamenti e su una gestione trasparente e regolamentata dei salvataggi in mare».

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