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Piantedosi, dove vuole spedire i migranti: lo sfregio alla sinistra

Matteo Piantedosi

Francesco Storace
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Piantedosi si è arrabbiato ed ora glielo farà capire lui agli spiritosi che cosa succederà con gli sbarchi dei migranti. Il ministro degli interni ha il tono di voce adatto a farsi sentire dai suoi più diretti collaboratori e - raccontano nei corridoi del Viminale - non ha alcuna intenzione di fare retromarcia. Anzi. Gli sbarchi delle ultime ore hanno imposto rapidità di soluzioni a causa del maltempo e non può certo essere solo la Sicilia la meta decisa dagli scafisti del mare.

Le indiscrezioni dagli uffici raccontano anche altro. Da una parte il ministro sta lavorando per convincere i partner europei a dare una mano concreta all'Italia, che fa il suo dovere. Ma poi aggiungono - sottovoce - che al Viminale sono stufi di una categoria che potrebbe essere chiamata "galletti". Ogni riferimento alla Francia è assolutamente voluto. Ottomila chilometri di coste, se non la si finisce con la demagogia, potrebbero veder coinvolti anche altri territori, altri porti, rispetto alla "consuetudine".

Abbiamo chiesto ai funzionari ministeriali di chi stanno parlando, quando sillabano "i galletti". La risposta è immediata, perché c'è chi sabota mentre a Roma si tenta di lavorare. Sono quegli amministratori che tifano apertamente per l'accoglienza, dando sponda ad altri paesi. Il che - si fa notare - oggettivamente non aiuta a rendere visibile un'Italia che pone all'Europa il problema immigrazione in maniera unitaria. Sono quelli che si sperticano in appelli a spalancare le frontiere nello stesso momento in cui l'Italia si sgola a dimostrare di essere allo stremo. E le polemiche degli scorsi giorni con la stessa Francia - a proposito di "Gallia" - stanno a dimostrare che si sta per superare il livello di guardia consentito: l'Italia non può essere il campo profughi d'Europa.

 

 

Quindi, visto che non basta scocciarsi, magari il ministro potrebbe decidere di inviare proprio a loro - i sindaci fan dei clandestini per ragioni di schieramento politico - i prossimi migranti in arrivo. A Capalbio sarebbe uno spettacolo. Ci sono molti primi cittadini che si sono esibiti in inni stonati alle Ong e compagnia cantando. Al , se dovesse servire, lo manderemo noi un elenco ufficioso di amministratori belligeranti...
Non si rendono conto, questi sindaci con le loro dichiarazioni, di quanto danni possono provocare al Paese. Si illudono che la Sicilia possa continuare a far esplodere i propri centri di accoglienza? Ma non bastano le immagini che ci mostrano tutte le televisioni?

Roberto Gualtieri ad esempio. Ad agosto dello scorso anno, il sindaco di Roma fu esplicito nel suo programma per le amministrative di ottobre: «C'è un punto dedicato alle politiche dell'accoglienza e dell'integrazione, che una grande capitale come Roma deve svolgere.
È miope e sbagliato non farlo. Vogliamo che Roma sia aperta, inclusiva e solidale». Se Piantedosi lo rilegge magari manda qualche nave a Ostia e Fiumicino in direzione Capitale. E i residenti nella città eterna sapranno chi ringraziare, il loro sindaco accoglione.

 

 

Idem Beppe Sala, borgomastro di Milano, ed era gennaio 2019: «Essere una città aperta e internazionale significa anche accogliere chi scappa dal proprio Paese per fuggire alle guerre o decide di costruire qui un futuro migliore per sé e per la propria famiglia». Ove mai non ce ne fossero, Milano può farsi recapitare altre migliaia di clandestini, dunque. Chi batte le manine?

A dicembre è stato il sindaco di Firenze, Dario Nardella, a promettere di trovare uno spazio per un centro rimpatri in Toscana, nell'area metropolitana di cui è sindaco. Magari per l'accoglienza invece può proporre proprio Cabalbio... Eccitatissimo dall'idea di accogliere navi con migranti a bordo, Massimo Mulas, sindaco di Porto Torres in Sardegna, che già voleva farlo a novembre con la Ocean Viking. Magari alla prossima Ong che gironzola nel Mediterraneo, Piantedosi potrebbe indicare quella destinazione. Se lo chiede il sindaco, anche lìi cittadini sapranno dove citofonare. Se sono così progressisti, progrediscano prima loro, sussurrano al portone del ministero... 

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