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Mare Jonio, fango sulla Guardia Costiera: "Non vogliono mandarci in mare"

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Ormai è scontro aperto tra l'Ong Mediterranea e la nostra Guardia Costiera. Di fatto, come vi abbiamo raccontato, la nave presto prenderà nuovamente il largo, ma dopo alcune ispezioni dovrà lasciare a terra alcuni equipaggiamenti. Apriti cielo, la Ong ha accusato il governo e la Guardia Costiera di adottare metodi "oltraggiosi" definendo "inaccettabile" quanto disposto dalle autorità portuali.

"In merito ad alcune notizie di stampa relative alla visita condotta su nave Mare Ionio - di bandiera italiana - per il rilascio del certificato d’idoneità per la sicurezza della navigazione, si precisa che la società armatrice ha inizialmente richiesto la certificazione dell’unità per diversi servizi: salvataggio, rimorchio, rimozione dalla superficie del mare di olii minerali e trasporto merci solide. Attesa l’impossibilità di ottenere la certificazione per il servizio di salvataggio, in ragione delle caratteristiche tecniche dell’unità, non rispondenti alla normativa in materia di sicurezza della navigazione applicabile, l’istanza è stata quindi riproposta dagli interessati, limitatamente agli altri tre servizi", ha chiarito la Guardia Costiera mettendo di fatto la parola fine alla polemica.

 

 

Ma Mediterranea non ci sta e ora sputa veleno sulla Guardi Costiera affermando che la nota rilasciata dal comando è "piena di falsità": "Con disappunto e dispiacere ci troviamo costretti a replicare al comunicato diffuso ieri dall’ufficio Stampa del Comando Generale delle Capitanerie di porto e dalla Guardia Costiera, sul caso che riguarda la nostra nave Mare Jonio. La Società armatrice che gestisce la nave al servizio di Mediterranea non ha mai rinunciato a richiedere la certificazione della Mare Jonio per il servizio di salvataggio. Riteniamo invece che le Circolari citate non siano applicabili a una nave come la Mare Jonio e rappresentino il frutto di una volontà politica, e non tecnica, di ostacolare le attività di soccorso civile in mare. Ci batteremo in ogni sede affinché questo perverso meccanismo sia smontato e l’attività di soccorso esercitata dalla nave e dalle altre navi della flotta civile sia riconosciuta e certificata. Intanto abbiamo richiesto alla Capitaneria di Trapani di rilasciare, innanzitutto e comunque, le certificazioni indispensabili per navigare". Insomma lo scontro resta aperto. Ma di fatto Mediterranea accusa la Guardia Costiera e anche il governo di non voler concedere le autorizzazione per "fini politici". Solita lagna...
 

 

 

 

 

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