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Ong, Elon Musk smaschera Sea Watch: "Nessun rapimento"

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Sea Watch smentita da Elon Musk. La ong ha accusato la Tunisia di aver deportato un gruppo di 50 migranti verso il Paese africano. E poco importa se il diritto internazionale spiega chiaro e tondo che, in caso di soccorso, va individuato un porto sicuro e vicino. Come in questo caso lo era quello nordafricano. "Temiamo che le persone vengano portate illegalmente verso la Tunisia", scrivevano quando ancora i migranti si trovavano sulla piattaforma del gas nel Mediterraneo, in acque internazionali. E ancora, sempre da parte dell'organizzazione non governativa tedesca: "Le circa 50 persone sono state portate sulla motovedetta della Guardia costiera tunisina e sono state deportate illegalmente in Tunisia".

Una versione dei fatti che non trova d'accordo il patron di Tesla, nonché proprietario di X. Proprio sui social, riporta Il Giornale, Musk tuona: "Non esiste il diritto al passaggio in Europa. In caso di pericolo in mare, le persone devono essere portate al prossimo porto sicuro. In questo caso è in Tunisia. Non si tratta né di illegalità né di rapimento, ma piuttosto di salvataggio in mare secondo le convenzioni internazionali". 

 

 

Una posizione, quella dell'imprenditore, non nuova. Musk non le ha mandate a dire neppure a Berlino. Al centro i finanziamenti a favore di alcune ong. Gli stessi che hanno creato un vero e proprio braccio di ferro con il governo italiano. Così Musk ha ritwittato un video che mostra operazioni di salvataggio in mare di ong che sarebbero sovvenzionate dal governo tedesco e che "raccolgono migranti illegali per poi portarli in Italia". "I tedeschi ne sono consapevoli?", si è chiesto sull'ex Twitter sollevando il dibattito.

 

 

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