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Ong, i giudici rimettono in mare la Sea Eye 4: scoppia il caso

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Altro assist da parte dei magistrati alle Ong. Il tribunale di Reggio Calabria ha annullato il provvedimento di fermo amministrativo di 60 giorni deciso per la nave Sea-Eye 4 della ong tedesca Sea-Eye. la decisione, spiega l’ong in una nota, è giunta oggi nel corso di un’udienza, al termine della quale il giudice "ha ritenuto non provate le accuse secondo cui l’equipaggio della nave non avrebbe seguito le istruzioni della cosiddetta guardia costiera libica" e "ha quindi confermato che le operazioni di salvataggio in mare da parte della Sea-Eye sono sempre state doverose e corrette in base alla pertinente la normativa internazionale".

Il 7 marzo scorso la nave era stata minacciata dai libici, che le puntarono contro le armi. L’equipaggio non aveva consegnato loro i naufraghi soccorsi nel corso di un’operazione in cui Sea-Eye aveva salvato 84 persone in pericolo in mare. Il fermo deciso dalle autorità italiane è il più lungo mai imposto a una nave di soccorso in mare ai sensi del decreto Piantedosi, che impone alle navi di contattare il Centro italiano di coordinamento dei soccorsi immediatamente dopo un salvataggio e di attendere l’assegnazione di un porto senza rispondere a ulteriori richieste di soccorso.

"La sentenza di Reggio Calabria - ha affermato Gorden Isler, presidente di Sea-Eye - è una vittoria significativa per noi, e per tutte le altre organizzazioni di salvataggio in mare! Ciò dimostra chiaramente che la detenzione di navi di salvataggio civili costituisce un abuso dei poteri statali. Ora abbiamo urgentemente bisogno del sostegno politico del governo tedesco, perché anche l’Italia sta violando i diritti del nostro Stato di bandiera con la detenzione illegale di navi di soccorso tedesche". Tra giugno 2023 e giugno 2024, la Sea-Eye 4 è stata detenuta in Italia per un totale di 120 giorni.

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