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Migranti irregolari, crollano gli intressi: altra vittoria del governo

di Pietro De Leosabato 11 ottobre 2025
Migranti irregolari, crollano gli intressi: altra vittoria del governo

(LaPresse)

3' di lettura

Il quadro generale europeo dei flussi migratori migliora. E regge nello specifico per l’Italia, sottoposta sempre a rischi maggiori per via della sua posizione geografica. Frontex, agenzia europea che si occupa d’immigrazione, ha diffuso ieri i dati sugli arrivi. Nei primi nove mesi del 2025 gli ingressi irregolari nell’Unione Europea sono diminuiti del 22%, attestandosi a 133.400 persone. Tuttavia, l’agenzia segnala un quadro complesso e differenziato lungo le principali rotte migratorie.

Il Mediterraneo centrale si conferma il principale punto di accesso all’Ue, con quasi 50.900 arrivi tra gennaio e settembre, pari a circa il 40% del totale. Il dato è sostanzialmente stabile rispetto allo stesso periodo del 2024, dunque c’è una tenuta, ma c’è un cambiamento nei flussi di partenza: la Libia, principale punto d’imbarco, ha registrato un aumento del 50% delle partenze rispetto all’anno precedente. Le nazionalità più rappresentate tra i migranti sbarcati sono quelle bengalese, egiziana e afghana. Sulla rotta del Mediterraneo orientale, si attesta una diminuzione del 22%, a circa 37.200 attraversamenti. Dopo un agosto caratterizzato da un calo degli arrivi, dovuto alle avverse condizioni meteo, il mese di settembre ha segnato un nuovo picco: gli attraversamenti attraverso il corridoio Libia-Creta sono aumentati del 280% rispetto al 2024.

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VERSANTE OCCIDENTALE
Il quadro è invece opposto sul versante occidentale: gli attraversamenti nel Mediterraneo occidentale sono aumentati del 28%, con un’impennata a settembre, quando gli arrivi sono cresciuti di oltre la metà. Le partenze dall’Algeria hanno rappresentato quasi tre quarti dei rilevamenti complessivi del 2025. Frontex spiega che il maggior impegno nel contrasto messo in campo dal Marocco ha spinto un numero sempre maggiore di migranti a rivolgersi ai trafficanti operanti in territorio algerino. Questa dinamica ha portato a una più stretta cooperazione tra le reti di contrabbando algerine e marocchine, con uno spostamento delle operazioni e l’utilizzo di motoscafi ad alta potenza, segno di una crescente professionalizzazione del traffico. La rotta dell’Africa occidentale ha invece registrato il calo più sostanzioso, che si aggira sul 58% rispetto al 2024: nei primi nove mesi dell’anno i rilevamenti sono stati circa 12.900, di cui solo 734 nel mese di settembre. Riduzioni significative si sono verificate anche lungo la rotta dei Balcani occidentali (-47%, con 9.071 ingressi) e al confine terrestre orientale (-36%, con 8.714 attraversamenti).

Nonostante il calo complessivo, il bilancio umanitario resta drammatico: secondo le stime dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), nel 2025 1.299 persone hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo. Un dato che, sebbene inferiore agli anni più critici della crisi migratoria, conferma la pericolosità delle traversate e la persistente centralità del Mediterraneo come frontiera della disperazione. Frontex osserva inoltre che il tracciato verso il Regno Unito via Manica segna un più 14%, con 54.300 tentativi registrati tra gennaio e settembre.

Un trend che riflette la continuità della pressione migratoria anche oltre i confini dell’Unione Europea, in particolare lungo le rotte gestite da reti criminali sempre più organizzate e interconnesse. I numeri diffusi dall’agenzia hanno suscitato reazioni nel dibattito politico.

LE REAZIONI
Da Forza Italia, il responsabile immigrazione Alessandro Battilocchio osserva: «Sin dal suo insediamento il governo Meloni, soprattutto grazie all’azione dei Ministri Tajani e Piantedosi ha impostato politiche efficaci in questo ambito, sempre nella cornice comunitaria e del diritto internazionale. Una risposta sistemica e articolata a una problematica strutturale. Non va assolutamente abbassata la guardia. Ma i numeri ufficiali, meglio di ogni narrazione di parte, confermano che siamo sulla strada giusta». In Fratelli d’Italia, la deputata Ylenja Lucaselli sottolinea: «La linea di politica migratoria del governo Meloni è basata da un lato sulla cooperazione internazionale, dall’altro sulla sensibilizzazione presso i nostri partner affinché vengano contrastati i traffici di esseri umani. Un impegno che sta dando effetti concreti».

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