Un altro naufragio ha provocato la morte di 116 persone. Lo ha reso noto su X l'ong tedesca SeaWatch, fondata nel 2014 e attiva nel soccorso marittimo nel Mar Mediterraneo per salvare migranti e rifugiati. "116 persone sono morte in un altro naufragio nel 2025. L'unica persona sopravvissuta è stata salvata da un pescatore tunisino", si legge nel post, "Erano partite giovedì scorso, noi le stavamo cercando con Seabird. Oggi Alarm Phone ha confermato il naufragio". Alarm Phone mette a disposizione un numero di telefono al quale migranti e navi delle ong che li soccorrono possono rivolgersi per segnalare una situazione di emergenza.
"La violenza alle frontiere non si ferma a Natale. Se le frontiere fossero aperte, queste persone probabilmente non sarebbero mai state costrette ad attraversare il Mediterraneo. Chiediamo risposte! Tutto ciò che vogliamo per Natale sono le frontiere aperte", scrive sempre la Sea Watch dopo la tragedia avvenuta nelle acque libiche.
Intanto, l'altra ong Sos Mediterranee annuncia il ritorno "in attività": "Stiamo per tornare in mare! I team sono arrivati a bordo e siamo pronti per ripartire. Con l’inizio della 45esima rotazione riprende la nostra attività nel Mediterraneo: salvare più vite possibili!", si legge sull'account X di Sos Mediterranee che annuncia il ritorno in mare della nave Ocean Viking.
La strage di migranti unisce le ong alla sinistra italiana. "Le notizie che arrivano da Alarm Phone parlano di 116 persone disperse in un naufragio al largo della Libia. Uomini, donne e bambini lasciati senza soccorso, nel silenzio e nell’indifferenza delle autorità - spiega Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi Sinistra e co-portavoce di Europa Verde -. È un’ennesima tragedia che avviene alla vigilia del Natale, mentre si moltiplicano retorica e celebrazioni, ma si continua a chiudere gli occhi davanti a vite umane che affondano nel Mediterraneo. Condivido e faccio mie le parole di Alarm Phone: 'contro il silenzio e l’indifferenza delle autorità, pretendiamo risposte. Le famiglie hanno diritto alla verità'. E quelle di Open Arms: 'la violenza ai confini non si ferma nemmeno a Natale'. Questa strage non è una fatalità: è il risultato di politiche di respingimento, di accordi con la Libia e delle connivenze dei governi europei, che delegano a milizie e alla guardia costiera libica la gestione dei Migranti, sapendo che ciò significa torture, detenzioni arbitrarie e morte. Mentre si celebra il Natale, 116 persone muoiono senza soccorso e nell’ipocrisia dell’Europa".




