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Aziende di famiglia e banche: le due bugie di Renzi-Boschi

Restano ancora due bugie o - se vogliamo essere buoni- omissioni da chiarire da parte del governo sulla questione delle quattro banche "salvate". La prima emerge dal discorso fatto in Parlamento da Maria Elena Boschi, che ha orgogliosamente detto "siamo una famiglia per bene" e poi elencato il numero esiguo di azioni della Banca popolare di Etruria che avevano in portafoglio tutti i membri della sua famiglia. Si è però dimenticata di dire che sia suo papà Pier Luigi, ex vicepresidente della banca, che sua mamma avevano un numero ben maggiore di azioni comunicato alla Consob. Ne sarebbero sparite quasi 20 mila. Che fine hanno fatto? Sono state vendute nel periodo in cui c'è un buco informativo, e cioè fra maggio 2014 e gennaio 2015? In quel periodo per altro due volte l'azione Etruria è schizzata in alto. Una volta per una decisione che coinvolgeva papà Boschi: l'annuncio di un possibile matrimonio con la Banca popolare di Vicenza, poi sfumato per decisione del vertice dell'Etruria. La seconda volta per una decisione che coinvolgeva Boschi figlia: il decreto governativo che trasformava in società per azioni alcune popolari, fra cui l'Etruria. La seconda bugia- od omissione- riguarda invece i genitori del premier Matteo Renzi che a palazzo Chigi hanno depositato secondo legge immobili e società possedute, ma ne hanno scordata una sola: la Party srl, proprio quella che ha affiancato nel business Lorenzo Rosi, ex presidente della Etruria ai tempi di papà Boschi vice. In entrambi i casi il governo dovrebbe sciogliere il giallo e fornire una risposta attendibile. Invece in queste settimane entrambe le omissioni/bugie sono restate senza giustificazione alcuna... di Franco Bechis

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