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Recovery Plan, Mario Draghi e le scuse a FdI: "Dispiace per i tempi stretti". Poi il sì con 442 voti favorevoli

Alla Camera, ecco le repliche di Mario Draghi sulla presentazione del Recovery Plan, illustrato alla vigilia a Montecitorio. E il premier inizia il suo discorso replicando alle accuse di Fratelli d'Italia, il partito di Giorgia Meloni che ha puntato il dito per i tempi strettissimi per l'approvazione del Pnrr, tempi che di fatto portano al "taglio" del dibattito parlamentare. Al termine del dibattito, con 442 voti a favore, 19 contrari e 51 astenuti, Montecitorio ha approvato la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi in relazione al  Pnrr presentato ieri in aula. FdI si sono astenuti..

"C’è un profondo rispetto che il governo e io abbiamo per il Parlamento", ha premesso Draghi. E ancora: "Il dialogo non è finito qui, il contributo che il Parlamento può dare al piano è solo all’inizio, perché le riforme contenute saranno adottate con strumenti legislativi i cui procedimenti di azione il parlamento avrà un ruolo determinante. Quindi, una collaborazione e legislativo è fondamentale ora, lo sarà ancora di più nei mesi a venire", assicura. Eppure, almeno per la fase di lancio, il contributo del Parlamento è stato ridotto ai minimi termini. "Mi dispiace per i tempi stretti della discussione", ha comunque aggiunto il presidente del Consiglio, di fatto confermando la fondatezza delle rimostranze di FdI.

Quindi il premier ha rassicurato sul fatto che "il 40% dei fondi è destinato agli enti locali", i quali "sono i veri attuatori del Piano, devono avere un ruolo centrale perché hanno la massima contezza dei bisogni del territorio". 

Quanto al welfare per le famiglie, il premier ha ricordato che "saranno creati 230mila posti negli asili" e ha richiamato anche il provvedimento sui mutui senza anticipo per i giovani: "Ai giovani dobbiamo garantire welfare, casa e occupazione sicura - ha ribadito Draghi -  Il piano garantisce in maniera equa e adeguata il diritto allo studio, quasi un miliardo per gli alloggi studenteschi, mezzo miliardo per borse di studio".

Poi il capitolo superbonus: Draghi ha confermato l'impegno dell'esecutivo a mantenerlo. Nel Pnrr e nel fondo complementare sono stanziati 18 miliardi, gli stessi previsti prima con estensione al 2023 per le case popolari. "Per il futuro il governo si impegna a inserire ne ddl di bilancio 2022 una proroga dell'ecobonus per il 2023 tenendo conto dei dati della sua applicazione nel 2021. Io sono completamente d'accordo: l'ecobonus tira poco perché le procedure sono troppo complesse. Entro il mese di maggio con un decreto interveniamo con importanti semplificazioni per far sì che la gente lo possa usare", ha sottolineato Draghi.
 

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