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Ebola, diagnosticato primo caso negli Usa: il paziente è passato anche dall'Europa

laura vezzo
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Il virus dell'Ebola ha ormai raggiunto anche la costa degli Stati Uniti. Si tratta di un americano, di cui ancora non si conosce l'identità, che avrebbe raggiunto Dallas con un volo da Monrovia, capitale della Liberia, facendo scalo però prima a Bruxelles. Il governatore del Texas ha dichiarato che il paziente sarebbe entrato in contatto con alcuni bambini in età scolastica, che da ora sarebbero monitorati dalle autorità sanitarie. Il caso - Il paziente, rientrato in America il 20 settembre, si era presentato il giorno 26 al Pronto Soccorso del Texas Health Presbyterian Hospital di Dallas con sintomi febbrili, ma "fu rispedito a casa", conferma all'agenzia Ansa Anthony Fauci, direttore dell'Istituto nazionale per le malattie infettive (Niaid). Il giorno dopo il paziente si sarebbe ripresentato nello stesso ospedale, lamentando tutti i sintomi della febbre emorragica; da quel momento di trova in quarantena. La massima autorità sanitaria negli Stati Uniti, i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), sta usando con il paziente il metodo per fermare l'epidemia e salvare vite umane, ovvero il contact tracing, vera e propria caccia ai possibili contagiati dal paziente malato di Ebola: all'uomo infetto, in quarantena nell'ospedale di Dallas, è stato chiesto di elencare tutti quelli con cui ha interagito per poterli mettere in una quarantena di 21 giorni, in modo da verificare la possibile presenza di sintomi dell'Ebola. Non ci sarebbe pericolo per i passeggeri che hanno viaggiato con il contagiato, in quanto i suoi sintomi si sono presentati solo 4-5 giorni dopo il suo arrivo negli Usa. I dubbi però restano, perché il periodo di incubazione del virus Ebola è di due giorni, ma i sintomi possono manifestarsi fino a venti giorni dopo il contagio. Il ministro Lorenzin: "Nessun pericolo" - Il virus dell'Ebola ha quindi ufficialmente varcato la zona circoscritta al Mar Mediterraneo, approdando anche nella lontana America. Questo spaventa tutti, americani ed europei. Il ministro della Salute italiano Beatrice Lorenzin rassicura gli italiani: "fortunatamente è una malattia la cui trasmissione è molto difficile, ma va tuttavia organizzato un buon sistema di isolamento sanitario e noi abbiamo un sistema di isolamento all'Istituto Spallanzani che è tra i primi al mondo: l'Italia riguardo, al problema dell'evacuazione di eventuali propri pazienti, è dunque pronta''. Il ministro prosegue ancora "sono attivate già da mesi misure di controllo per le navi merci che provengono da paesi infetti e controlli negli aeroporti. Il nostro problema non è che un malato di Ebola africano possa arrivare da noi, ma abbiamo il tema dei cittadini europei ed americani che lavorano come cooperatori e possono dunque tornare con l'infezione''. "A breve", ha quindi continuato la Lorenzin, ''ci sarà un nuovo incontro a livello di Organizzazione mondiale della sanità, previsto per il 6 ottobre. Credo tuttavia che dobbiamo agire come Occidente soprattutto nei luoghi colpiti per bloccare l'epidemia''.  

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