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Emmanuel Macron, il golpe sull'Italia: ci frega gli otto maghi dell'economia

Giulio Bucchi
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Il "miracolo economico" promesso da Emmanuel Macron potrebbe avere nome e cognome italiano. Uno scippo al nostro Paese: è questo l'obiettivo dichiarato del presidente transalpino che nella reggia di Versailles ha ospitato 8 cavalieri del lavoro nostrani. Il messaggio è chiaro: investire Oltralpe, come già molte imprese stanno facendo. Macron, però, vuole ulteriormente rafforzare i legami economici con i fiori all'occhiello della nostra impresa, per fargli produrre ricchezza e occupazione non in Italia, ma in Francia. Leggi anche: "Ladri, ridateci tutto". Alberto Angela, orgoglio italiano contro la Francia Come racconta La Stampa, nella sobria cornice che fu casa del Re Sole, Bonaparte Macron ha incontrato, tra gli altri, Ugo Di Francesco, ad del gruppo farmaceutico Chiesi (che in Francia, a Bois, produce medicinali in una fabbrica con 320 impiegati), Guido Barilla dell'omonimo colosso alimentare (che controlla a Chateauroux la più grande fabbrica di prodotti da forno di Francia), Giuseppe Bono ad di Fincantieri (al centro la scorsa estate della contesa per il controllo dei cantieri navali di Saint-Nazaire), Emma Marcegaglia numero uno di Eni, l'ad di Generali Philippe Donnet, Giuseppe Lavazza vicepresidente della multinazionale del caffè (fresca di acquisizione del numero uno in Francia, Carte Noir) e Corrado Ariaudo, presidente di Cuki (che ha rilanciato lo stabilimento francese di Ecopla). E infine il meno conosciuto del lotto, il pugliese Vito Pertosa, che con Macron è leader mondiale della progettazione e produzione di treni di misura e segnalamento ferroviario. Dall'alimentare alla meccanica, non c'è eccellenza italiana ignorata da Macron. Un esempio da seguire, prima che ci freghi.  

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