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La Merkel colonnello ad Atene:"Fate un referendum sull'euro"

Angela vuole spingere la Grecia a una consultazione popolare: dentro o fuori la moneta unica?

Eliana Giusto
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Dopo le voci sul piano di emergenza per traghettare la Grecia fuori dall'Euro, Angela Merkel getta la maschera. Il cancelliere tedesco, nel corso di una conversazione telefonica con il presidente greco Carolos Papoulias, ha suggerito ad Atene di accompagnare la riedizione delle elezioni politiche (che si terranno il 17 giugno) a un referendum per chiedere ai cittadini se desiderano o meno restare nell'eurozona. La notizia è stata diffusa dal primo ministro di Atene, ma è subito stata smentita da Berlino (una smentita che, in verità, appare scontata). "Il cancelliere tedesco - ha spiegato un portavoce del governo tedesco - non ha mai suggerito di accompagnare le prossime elezioni politiche a un referendum sulla permanenza di Atene nell'euro". Angela detta la linea - La sostanza è che la Merkel continua a dettare la linea nel Vecchio Continente e s'inserisce negli affari greci suggerendo una consultazione popolare da cui potrebbe dipendere il destino della moneta unica. Secondo i più recenti sondaggi, oltre il 70% della popolazione ellenica vorrebbe restare nell'euro. Ma davanti alla possibilità di scegliere tra un piano di austerità devastante e il ritorno alla dracma gli esiti del voto potrebbero rivelarsi imprevedibili. Il fronte anti-europeista greco, come dimostrano i successi dei comuniste e neonazisti di Alba Dorata alle recenti consultazioni, è in grande espansione. La Merkel, da par suo, si è già preparata al crac di Atene: oltre al piano di emergenza di cui vi diamo conto nell'articolo, le banche tedesche hanno già stilato un piano per contenere lo tsunami finanziario che seguirà l'uscita della Grecia dalla divisa comunitaria. Il piano - Sull'esistenza del piano di emergenza per condurre la Grecia fuori dall'Europa, messo a punto dalla Commissione europea e dalla Bce, è giallo. Prima la conferma del commissario europeo al Commercio tedesco, Karel De Gucht. Che ha detto in un'intervista al quotidiano belga De Standaard: "Un anno e mezzo fa ci poteva essere il pericolo di un effetto domino, ma oggi ci sono, all'interno sia della Bce che della Commissione europea, servizi che stanno lavorando su scenari d'emergenza nel caso la Grecia non ce la faccia”. Poi la smentita della Commissione Ue: “Stiamo lavorando a scenari per mantenere la Grecia dentro l'eurozona, non per  farla uscire". Una smentita alla quale, però, è difficile credere: assomiglia più a una sorta di cortisone con cui intorpidire i mercati. L'intervista - Tutto è iniziato con le dichiarazioni di De Gucht, noto per le sue frasi ad effetto che più di una volta hanno sollevato polemiche in Belgio e in Europa. Secondo l'ex ministro belga non ci sono alternative al secondo piano di salvataggio messo in piedi da Ue, Bce e Fmi: "La fine della partita è iniziata, ora, e non so cosa   succederà. La domanda è sapere se tutti sapranno mantenere il loro sangue freddo nelle settimane a venire”. La Grecia, ha continuato, “deve mettere in atto gli accordi conclusi, è la sola opzione   razionale che ha il paese ma questo è possibile solo  se il popolo greco è in grado di giudicare razionalmente tramite le   elezioni, solo che sono persone disperate".    La replica - Ma la Commissione europea smentisce tutto: "Si sta  lavorando a scenari per mantenere la Grecia dentro l'eurozona, non per  farla uscire", quindi l'esecutivo Ue "non conferma" l'esistenza di   piani d'emergenza per l'eurozona nel caso in cui Atene esca dalla   moneta unica. “Sono mesi che stiamo operando per aiutare la Grecia a restare   nell'eurozona, sono mesi che stiamo facendo questo e nient'altro, e   così continuiamo.  De Gucht si è espresso a titolo personale".  

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