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Genova, scoppia lo scandalo dei baby gigolò: "Vogliamo carne fresca"

Serena Cirini
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Minorenni che vendono il proprio corpo, uomini attempati in cerca di "carne fresca" e una stanza di motel ribattezzata "scannatoio". Dopo il caso delle baby squillo romane, lo scandalo della prostituzione minorile travolge anche Genova. A riportare la notizia sull'indagine condotta dalla polizia postale, è il Secolo XIX. Questa volta, però, le vittime sono di sesso maschile. I gigolò liguri, addescati dai pedofili su siti gay per adulti, hanno tra i 13 e i 17. Giovanissimi, quindi, proprio come richiesto dai loro clienti: "Fissami un appuntamento con un tuo amico più giovane, molto più giovane, quello che mi hai mandato l'altra volta aveva i baffi", scriveva un cinquantenne single all'uomo italoromeno che faceva da intermediario per gli incontri clandestini.  "VOGLIO CARNE FRESCA", chiedeva poi un insospettabile genovese di 58 anni. E i caratteri maiuscoli, secondo le regole della chat, stavano lì a sottolineare la foga del suo desiderio perverso. "Trenta euro basteranno?", chiedeva preoccupato un padre di famiglia. "Preferisco quelli inesperti", si legge in un altro dei messaggi intercettati dagli inquirenti e ora al vaglio della Procura. I giovani, per potersi iscrivere al sito PlanetRomeo.com, fingevano di essere maggiorenni ma poi svelavano senza problemi la loro reale età anagrafica. Gli incontri avvenivano nella stanza di un motel. "Lo scannatoio", la chiamavano nel loro linguaggio cifrato. Un codice fatto di altre espressioni, come "Bottom" usata da chi pretendeva di avere un ruolo passivo nell'incontro sessuale, o "Top" scelta di chi voleva essere attivo.   

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