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Cantone vuole le carte degli appalti di Eataly

Oscar Farinetti

Lucia Esposito
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«È puro culo essere nati in Italia», aveva detto Oscar Farinetti, patron di Eataly lo scorso ottobre dal palco della Leopolda, parlando di biodiversità «è puro culo essere nati in questa nazione». Sarà per una questione di puro derrière che ad Eataly sono stati affidati, con aggiudicamento diretto, alcuni spazi dell'esposizione universale?  La faccenda non è chiara, almeno per il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione (Anac) Raffaele Cantone, che ieri ha chiesto di poter visionare le carte che hanno portato all'aggiudicazione diretta di uno store di Expo 2015 a Eataly. Cantone vuole capire se le procedure si sono svolte in maniera corretta. «Eataly è una delle più note realtà nel mondo, dopo l'interrogazione parlamentare ho chiesto di vedere le carte», ha detto Cantone spiegando di essere abituato ad esprimersi «sulla base dei documenti». Sull'affidamento diretto a Eataly era stata infatti presentata un'interrogazione parlamentare di due deputati di Sel al ministro Maurizio Martina, responsabile delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, con delega ad Expo.  Il patron di Eataly non ci sta e annuncia perentorio: «Se continuano le polemiche di gente che non fa e che ha un sacco di tempo da perdere per criticare chi fa, noi ci ritiriamo senza problemi». E aggiunge: «Questo non è un affare sotto il profilo dei quattrini».  Continua a leggere l'articolo di Chiara Pellegrini su Libero in edicola oggi, sabato 20 dicembre o acquista una copia digitale  

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