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Canone Rai in bolletta: perché l'importo doveva essere 80 euro

Andrea Tempestini
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Il canone Rai in bolletta? Una "mancia" agli italiani, che risparmieranno 13 euro il primo anno e 18 euro dal secondo in poi (Matteo Renzi, infatti, ha promesso che il balzello il secondo anno passerà da 100 a 95 euro). E se il canone è una mancia per gli italiani, è anche una "cresta" del governo. Le ragioni? Semplici: se con il rinnovo della tassa, inserita nella bolletta, l'obiettivo fosse stato raccogliere quanto Viale Mazzini ha raccolto fino ad oggi, l'importo della tassa sarebbe dovuto essere ben più basso. Già, la Rai, infatti, con la nuova tassa incasserà molto di più. Parola alle cifre: nel 2014 la tv pubblica ha incassato 1,59 miliardi di euro dal canone a 113 euro. Dunque il semplice calcolo: l'evasione del canone "vecchio stile" è stimata attorno al 25%, mentre i morosi delle bollette elettriche sono il 5% (dunque, ipotizza una simulazione effettuata da I-Com energia, l'evasione del nuovo canone sarà intorno al 5%). Considerate queste cifre, dunque, il governo avrebbe potuto abbassare il balzello fino a 80 euro, e lo avrebbe potuto fare tenendo conto - in via cautelativa - di una morosità più elevata, pari al 10%, ossia il doppio rispetto agli attuali livelli. Con una morosità al 10% e il canone a 80 euro, la Rai avrebbe raccolto 1,83 miliardi (comunque di più rispetto a quanto ha raggranellato nel 2014); con una morosità al 5% e canone a 80 euro, la Rai avrebbe incassato 2,03 miliardi di euro. Insomma, con il canone a 100 euro, Renzi si fa una cresta di (almeno) 20 euro.

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