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I 7 tipi di donna che mi fanno stare dalla parte degli uomini

Ex mogli che usano i figli per farla pagare ai mariti, quelle che non usano la pillola per incastrare gli uomini, quelle che sono madri solo loro: galleria di orrori in rosa

Selvaggia Lucarelli
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Succede che in mezzo a questo recente tripudio di crociate femministe e di donne invitate a far apparecchiare mariti o primogeniti maschi e di t-shirt politicamente corrette e di miss in pensione e di velini maschi, mi sia venuto un dubbio: non è che puntando l'attenzione sui limiti del maschio, sui pregiudizi storici, sul sessismo da bar e gli spot irrispettosi, si sta passando dalla legittima  pretesa di vedere riconosciuti i nostri diritti e di avere le stesse opportunità degli uomini, a una beatificazione retorica e controproducente del genere femminile?  Non è che ci stiamo dimenticando di quello su cui dobbiamo ancora lavorare noi, prima ancora di quello su cui devono lavorare gli altri?  Perché non dimentichiamolo, l'emancipazione passa anche attraverso una feroce autocritica, per cui come  l'esistenza del maschio immaturo, irrisolto, bamboccione, traditore seriale, egoista, violento, prevaricatore, affetto da machismo d'accatto o da aridità congenita,  è discussa e accertata, andrebbero ricordate ogni tanto, anche le categorie femminili che non contribuiscono di sicuro ad elevarci sul genere maschile. E ve lo dice una la cui considerazione nei confronti del maschio medio è più o meno quella di un transgender per le pennette Barilla.  Io per esempio, nella lista delle donne che mi fanno vergognare di appartenere al genere femminile, includerei senz'altro:     a) Quelle che «lui non vuole figli» e dimenticano di prendere la pillola. Già. Perché la categoria di gentili signorine esiste nella realtà, non solo nelle leggende da parrucchiera. Andate su google e digitate «come farmi mettere incinta» e farete un viaggio nell'orrore. Forum che pullulano di domande deliranti su come fregare gli uomini e addirittura articoli che  svelano (testuale) «trucchi per raggirare il partner e gabbare gli anticoncezionali di ultima generazione». Chi ti dice sputa la pillola, chi manometti il computerino che misura i giorni fertili, chi suggerisce di bucare la confezione di preservativi con un ago sottilissimo. E queste sono ragazze giovani. Noi donne però sappiamo bene che non sono solo certe ragazzine a cercare la maternità con ogni mezzo, ma anche signorine col timore di essere abbandonate dal partner, con la paura dell'orologio biologico, con il desiderio romantico di garantirsi un vitalizio. Certo, c'è spesso la complicità di uomini poco svegli, ma «se l'è cercata, poteva evitare di fidarsi di quella mantide» somiglia tristemente all'agghiacciante «poteva evitare di mettersi la minigonna».    b) quelle con atteggiamenti persecutori e ossessivi. Lo stalking non è cosa solo maschile. Si racconta poco perché le ossessioni femminili raramente sfociano in atti violenti (la violenza è una prerogativa di certe bestie di genere maschile, per fortuna), ma lo stalking rosa, quello psicologico, esiste e secondo alcune ricerche sarebbe perfino più diffuso di quello maschile. Ci sono donne respinte, cornificate, abbandonate, capaci di covare ossessioni e vendette che fanno paura. Donne incapaci di sentirsi autonome e risolte anche senza «quel fidanzato» o «quel marito» che riversano rabbia e frustrazione sugli ex e sulle nuove partner degli ex, seppellendoli di insulti, minacciando gesti estremi e inventando malattie terminali e gravidanze fantasma attraverso sms, mail e telefonate da far sembrare Glenn Close in «Attrazione fatale» una che l'aveva presa con filosofia.    c) Quelle che decidono di interpretare il ruolo scomodo dell'amante e siccome lui non si decide a fare il grande passo di dirlo alla moglie, trovano loro il modo di farlo sapere a quella poveretta che sta a casa e magari lo aspetta col figlio di sei mesi in braccio. C'è però da dire che certe amanti se la battono con certe mogli che scoprono gli altarini del marito, apostrofano l'altra con tutte le sfumature linguistiche da «puttana» in poi e assolvono il marito con un assolutorio «tanto si sa che lui è fatto così».    d) Poi ci sono le ex mogli che hanno una sola ragione di vita. Non quella di rifarsi una vita, crescere i figli, voltare pagina. No. Solo  quella di  fargliela pagare con ogni mezzo possibile. Ex mogli che usano i figli come merci di scambio, che inventano violenze domestiche con la complicità di avvocatesse senza scrupoli, che si accaniscono con contenziosi legali compulsivi e persecutori, che alzano l'asticella delle richieste anche quando hanno ottenuto quello che basterebbe a mantenere i loro figli e pure quelli illegittimi di Balotelli.    e) Quelle (generalmente piacenti) il cui modello relazionale è perennemente in modalità «seduttiva», per cui non sono capaci di alcun tipo di interazione con gli uomini che non preveda arie da gattamorta e moine insopportabili. Donne che riescono a farsi detestare dalle donne e ad abbindolare gli uomini più fessi. Per cinque minuti, perché poi generalmente finiscono per detestarle pure i fessi.    f) Quelle che si sposano o si fidanzano con un uomo e ne fanno una specie di burattino asservito a despotismi tipicamente femminili. Fateci caso, è un meccanismo in cui raramente i ruoli sono invertiti. Quelle che nel giro di un anno annientano le amicizie del marito sotto i colpi del «quello non mi piace», «Quello è un cretino», «Quello in casa non ce lo voglio», «Quella ti è amica solo perché vuole portarti a letto e poi si vede che mi odia». Quelle che non accettano ingerenze della suocera, della cognata, della nipote, della badante e che a sei mesi dalle nozze si sono inimicate la famiglia di lui costringendo questo pover'uomo  a vivere tra due fuochi e a chiamare la madre in bagno, con sotto il rumore della doccia e una scheda telefonica svizzera come Moggi ai bei tempi.    g) Quelle che sono madri solo loro e non perdono occasione per far sentire inadeguate le donne che vivono il ruolo di madre con più leggerezza. Sono le integraliste della maternità, quelle che se non metti la sciarpa al bambino o non gli fai il bagnetto sempre alla stessa ora o non sterilizzi il ciuccio con la fiamma ossidrica o non gli dai la tetta fino ai 18 anni, meriti gli assistenti sociali in salotto. In linea di massima, sono anche quelle che si lamentano per la scarsa collaborazione del marito, ma se il marito prova anche solo a sollevare il figlio dal fasciatoio, lo fulminano col consueto «Lascia fare a me che tu non sei capace».    E potrei andare avanti citando donne ossessionate dalla forma fisica che guardano le donne rotonde con aria di compatimento, donne che si circondano solo di amiche racchie e di lacchè preferibilmente gay che si limitino ad adularle, donne che si professano femministe e appena vedono una donna che non sia Mariangela Fantozzi su una poltrona che conta, commentano con l'amica «Chissà a chi l'avrà data» e così via, ma mi fermerei qui. Non vorrei che per un attimo, gli uomini si illudessero di essere migliori di noi. di Selvaggia Lucarelli    

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