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Il leghista Buonanno: "Sono incazzato",la Boldrini lo blocca: "Non si dice",e lui: "Ma non fare la schizzinosa"

Laura Boldrini

Dopo la censura sul nome di "Napolitano", in Aula arriva anche la stretta sulle presunte parolacce. La presidente della Camera non sopporta un linguaggio poco radical-chic

Ignazio Stagno
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Botta e risposta tra il deputato leghista Gianluca Buonanno e la presidente della Camera Laura Boldrini nel corso della discussione generale sul dl ecobonus. Il parlamentare del Carroccio è stato infatti ripreso da Boldrini per l'utilizzo reiterato dell'aggettivo ”incazzato”. Per l'interessato, tuttavia, il termine pare non dover essere annoverato tra le volgarità: "E' una parolaccia?”, ha risposto ironico, "Non lo sapevo". La presidente della Camera, allora, ha invitato il deputato a "studiare" incassando, subito dopo, un "e lei non faccia la schizzinosa" perché "si tratta di una parola che nelle strade, tra la gente, viene utilizzata sempre più spesso". Bonanno contro Boldrini:  guarda il video su LiberoTv Insomma dopo Napolitano, l'altra parola da non poter pronunciare in aula è incazzato. L'accademia della Crusca avrà il suo ben da fare per aggiornare il dizionario "boldriniano". Dopo aver censurato la parola "Napolitano", la Boldrini e anche Grasso si sono beccatti una nota del Quirinale che definiva "ridicola la censura del Capo dello Sato in Aula". Ora la Boldrini rischia una smentita dal Tommaseo, che già nell'800, da grande linguista e lessicografo dava l'ok alle "parolacce" affermando che "l'ira infosca la mente, ma fa trasparente il cuore". (I.S.)  

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