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Antonio Ingroia, il brutto sospetto sul complotto: l'accusa a Giorgio Napolitano

Giovanni Ruggiero
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L'ex magistrato Antonio Ingroia non si dà pace dopo il sequestro per circa 150 mila euro disposto dai suoi ex colleghi che lo indagano per peculato. L'aspirante leader della sinistra si è arrovellato il cervello nel tentativo di dare una spiegazione a quanto gli sta capitando, arrivando alla conclusione più delirante. Su Facebook ha espresso la convinzione che l'indagine a suo carico sia frutto di un complotto orchestrato dall'ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che non gli avrebbe perdonato le telefonate intercettate e che da pm ha dovuto distruggere. Ingroia si sente tradito non solo dalla politica, ma anche dai suoi ex colleghi: "È cambiata in peggio la politica e anche la magistratura. E quell'uomo, nemico del Popolo, oggi presidente emerito della Repubblica, ha influito non poco sulla scelta dei vertici che oggi reggono la Procura di Palermo". Per approfondire leggi anche: Ingroia senza pace, il sospetto sul "piano eversivo" contro di lui

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