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Giacca, jeans, preservativi:Quelli che votano Renzi

Nicoletta Orlandi Posti
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«L'elettore di Renzi è quello che alla pizzata con gli amici ordina gli spaghetti allo scoglio/ L'elettore di Renzi è quello che ha il Suv ma si lamenta del prezzo della benzina/ L'elettore di Renzi è quello che si fa l'autoscatto in posa e poi mette le foto su Facebook/ L'elettore di Renzi è Alfano...»: scorre, impietosa, su Facebook la fotografia antropologica d'una vittoria. Considerando il quasi 70% delle preferenze alle Primarie del Pd incassato da uno che - diciamolo - non appartiene ad una sinistra esistente in natura, e considerando che Renzi ha pescato soprattutto nelle regioni rosse; be', si può azzardare che la golden share del renzismo sia l'elettore di Matteo Renzi che non dice di esserlo. Conosco gente d'una destra fluttuante che s'è imbucata nei gazebo dichiarandosi berlingueriano (e magari era vero); e ha votato chiudendo gli occhi e pensando alla bella politica: al taglio delle tasse e Maria Elena Boschi,  la Sharon Stone della Leopolda. E conosco gente di sinistra «moralmente migliore» la quale, ritenendo che l'unica alternativa fosse Gary Cuperlo, ha votato Renzi ma vergognandosene; e non l'ha dichiarato, o ha dichiarato di votare Civati che fa più figo e almeno sembra di sinistra. Come accadeva con la Dc e con Berlusconi, Renzi ha un elettorato carsico, che scompare sotto i sondaggi e che riemerge alle urne. I politologi lo chiamano «il teorema dell'elettore mediano»: per vincere le elezioni occorre conquistare il voto di quell'elettore che divide in due parti uguali la distribuzione degli elettori su un immaginario asse destra-sinistra. Una cosa simile è avvenuta per il New Labour di Tony Blair (che tra l'altro è nel Pantheon di Renzi insieme a Kennedy, Gandhi, Giancarlo Antognoni, Dylan Dog, i Simpson e molti altri che si turnano fra loro a seconda della platea). Solo che in Italia l'elettorato è essenzialmente di centrodestra, e per almeno un quarto incazzato; e, quindi Renzi s'è ingegnato per attingere a quell'asse che nelle scorse Politiche fibrillava per Grillo.  Ne è uscito un elettore-ircocervo, irrimediabilmente diverso dalle vecchie categorie, che se ne fotte di Dc e Pci, ma che rispetta in tutto e per tutto emozioni e contraddizioni del Renzi stesso. Una fenomenologia ancora tutta da studiare. L'anno scorso, durante le Primarie tra Bersani- Renzi e Vendola, su YouTube girava un video del Terzo Segreto di Satira che evidenziava, frullando gli stereotipi, le vite parallele dell'elettore-tipo dei tre candidati. Per dire. L'elettore di Bersani -  cioè di Cuperlo -  è quello che, in girocollo grigio, converte tutto in lire, fa da paciere nelle risse (e le prende), tiene il volante alle «dieci e dieci» e fa mettere le cinture anche a quelli dietro; l'elettore di Renzi, giacca e jeans, è quello che in vacanza parte carico di preservativi; che legge Fabio Volo, guarda Fabio Volo e, se non fosse candidato Renzi, voterebbe Fabio Volo. Ed è quello che afferma: «Berlusconi? Come politico un disastro, ma come imprenditore chapeau»; o «Marchionne? Quello che ha fatto con la Fiat è opinabile, ma in America quello dà del tu a Obama».  Ancora oggi se l'elettore di Cuperlo è quello che vuole fare la raccolta differenziata ma ancora non sa dove mettere l'alluminio, quello di Renzi butta tutto in un unico sacco che scarica in strada nottetempo. L'elettore di Renzi è di una sinistra illusoria, e di una destra in salamoia: davanti al lavavetri lascia partire i tergicristalli; usa il chiodo, ma ha nell'armadio la divisa da boy scout; va in vacanza all'Abetone (Cortina è troppo di destra, Madesimo di sinistra) e in Versilia (né in Sardegna, né a Capalbio, a Viareggio e non al Forte); vuole le unioni civili anche se sosteneva che «i Dico non sono la soluzione».  L'elettore di Renzi si nutre di entropia, sguazza nel disordine della politica. Il suo comportamento è un test ideologico. Che vi sconsiglio di fare, perché il risultato potrebbe non piacervi... di Francesco Specchia

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