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Governo, Letta pensa al rimpasto a ottobre: Lorenzin al posto di Alfano

Il premier l'ha promesso al Pd: dopo l'estate si cambia. Napolitano chiede la riforma del Porcellum: ipotesi voto nel 2015, con Enrico candidato...

Giulio Bucchi
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Governo blindato, almeno per tre mesi. Giusto il tempo di far passare la buriana giudiziaria di Silvio Berlusconi e tentare di sbrogliare i nodi, cruciali, di Imu e Iva a fine agosto. "Non ci si avventuri a staccare spine", ha tuonato dal Quirinale il presidente Giorgio Napolitano, e sicuramente ha regalato ossigeno al premier Enrico Letta, decisamente provato dall'ultima grana, il caso Ablyazov. E sicuramente respira anche il protagonista negativo dello scandalo kazako, il ministro Angelino Alfano. Incassata la fiducia obtorto collo del Partito democratico (eccetto i renziani) e la difesa d'ufficio del premier in Senato, dove si vota la mozione di sfiducia M5S-Sel ("Angelino non c'entra nulla", ha detto Letta), il capo del Viminale nonchè segretario del Pdl oggi reggerà alla mozione di sfiducia di M5S e Sel e, anche grazie all'intervento di Berlusconi, resterà al suo posto. Già, ma fino a quando? Rimpasto al Viminale - Il problema, ancora una volta, è l'atteggiamento insofferente del Pd. Che ce l'ha con Alfano, questo è chiaro, ma soprattutto con il governo delle larghe intese. Per questo Letta, che dei dem è vicesegretario, ha assicurato al segretario reggente Epifani che dopo l'estate cambierà marcia. Maria Teresa meli, sul Corriere della Sera, ricorda l'angoscia dei sondaggi in picchiata per l'esecutivo e per il premier, ormai costantemente al di sotto del gradimento del suo grande rivale Matteo Renzi. Mezzo Pd non vuole Alfano agli Interni? E allora, a ottobre, occhio al rimpasto "morbido", con la pidiellina Beatrice Lorenzin, oggi alla Salute, in pole position per sostituire il collega al Viminale. L'obiettivo di Letta - Il premier ha una missione precisa: stabilità e durata. Vuole portare il suo esecutivo a coprire il semestre di presidenza europea e ha garantito al presidente Napolitano che il liberi tutti non arriverà prima della messa a punto della riforma elettorale. Se va come spera Enrico, il voto slitterebbe addirittura al 2015. E i lettiani, scrive la Meli, già gongolano: tirare avanti, incrociare la ripresa quindi poter presentare lo stesso Letta candidato premier, alla faccia di Renzi. La partita è doppia, come le anime del Partito democratico.

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