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Lettera a Monsignor Viganò, "Il Codice Ratzinger" smaschera Bergoglio: Benedetto XVI impedito, papa Francesco illegittimo

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Eccellenza Reverendissima,

nella Sua intervista del 5 aprile rilasciata allo stimato vaticanista (ex Tg1) Aldo Maria Valli, Lei ha dichiarato: “Occorre far luce sull’abdicazione di Benedetto XVI e sulla questione dei brogli del Conclave del 2013, che prima o poi dovranno dare luogo ad un’indagine ufficiale. Se vi dovessero essere prove di irregolarità, il conclave sarebbe nullo, nulla l’elezione di Bergoglio, così come nulle sarebbero tutte le sue nomine, gli atti di governo e di magistero. Un reset che ci riporterebbe PROVVIDENZIALMENTE allo status quo ante, con un Collegio cardinalizio composto SOLO DAI CARDINALI NOMINATI FINO A BENEDETTO XVI, estromettendone tutti quelli creati dal 2013, notoriamente ultraprogressisti”.

Siamo davvero lieti del  fatto che Lei abbia voluto aprire uno spiraglio su una questione che, dal 2020, abbiamo indagato e divulgato sulla presente pagina, poi su Byoblu, ultimamente, su RomaIT, La Finanza sul web e Radio Libertà per un totale di circa 650 tra articoli e interventi, comprese le traduzioni in lingua straniera. Quanto Lei afferma è indiscutibile verità: se l’abdicazione è nulla, è tutto da rifare, con relativo annullamento “escatologico” di Bergoglio e di tutte le sue azioni. Un vero e proprio “reset cattolico”, felice espressione che fra Alexis Bugnolo coniò nel 2021 QUI 

Ora, il motto del Suo stemma ecclesiastico, Eccellenza, è “Scio cui credidi”, “so in chi ho creduto” e questa bella frase riferita a Gesù ci offre anche un ammaestramento “laico” circa l’atteggiamento di rigorosa e razionale cautela che sempre bisogna mantenere nel cercare la verità. Per questo motivo, dato che Lei è divenuto punto di riferimento per una larga parte di cattolici che non vogliono abiurare alla propria fede, considerando il pericolo rappresentato dall’antipapato novo-mondialista e anticattolico che Lei ha largamente messo a fuoco, dati i rischi per la nostra libertà e sovranità di paese democratico, ci permettiamo di sottoporLe una sintesi molto stringata di quanto abbiamo ricostruito in due anni di lavoro prodotto insieme a un team di stimati canonisti, teologi, linguisti, latinisti, psicologi, giuristi etc. di cui molti di rango universitario. Un lavoro cui hanno contribuito anche tanti lettori, inviando a [email protected] documenti e testimonianze di assoluto valore.

L’aspetto più importante di tale inchiesta riguarda una sorta di “tenaglia logica” fra due argomentazioni concatenate: l’aspetto canonico della non-rinuncia di Benedetto XVI è confermato da papa Ratzinger stesso in un “codice” comunicativo sottilmente logico, appena velato e pienamente giustificato dalla situazione di sede impedita QUI.

Lo abbiamo chiamato “Codice Ratzinger” per comodità e lo hanno  “certificato” QUI   diversi stimati studiosi.

Così, chi è confuso dai legulei canonici che negano – maldestramente  - il fatto che la Declaratio non sia una rinuncia, ma un annuncio di autoesilio in sede impedita, deve confrontarsi con quanto esprime l’autore, il papa stesso, in codice Ratzinger. Chi ritiene che tale codice sia solo un insieme casuale di fraintendimenti, di visioni “complottiste” (per usare un termine abusato fino alla nausea) dovrà confrontarsi col fatto che tali messaggi rimandano TUTTI, implacabilmente, alla situazione di sede impedita.

Per non abusare del Suo tempo, cercheremo di sintetizzare al massimo rimandando agli approfondimenti presso i link correlati.

Per quanto riguarda la Declaratio, “casualmente” fu proprio il card. Ratzinger, nel 1983, a inserire la dicotomia munus/ministerium nel Codice di diritto canonico, un sistema antiusurpazione mutuato dal diritto principesco tedesco. QUI 

Se si rinuncia in modo simultaneo e giuridicamente ratificato al munus petrino c’è l’abdicazione, mentre invece, guarda caso, Benedetto XVI ha fatto l’opposto: ha rinunciato in modo fattuale, differito e non ratificato al ministerium, cioè ha rinunciato al solo potere pratico senza firmare niente, proprio come avviene per una sede impedita.

Ancora, per uno strano caso, Benedetto usa i termini “sede di Roma” e “sede di San Pietro” che non esistono in diritto canonico, dato che l’unica espressione ad avere personalità giuridica è la “Sede apostolica”: solo questa può essere lasciata vacante. Ecco perché il verbo vacet si deve tradurre con “in modo che la sede resti VUOTA”. “Casualmente” Benedetto lascia infatti vuoto il Vaticano per le 20.00 prendendo l’elicottero alle 17.00 per Castel Gandolfo. Da lì saluta il popolo dicendo che non sarebbe stato più “pontefice sommo”; un’altra “stranezza” dato che il titolo è Sommo Pontefice e, in italiano, tale inversione fra aggettivo e sostantivo offre tutt’altro significato: non sarò più il pontefice al sommo grado, magari ... perché ce ne sarà un altro (illegittimo) più in vista di me? QUI 

Poi il papa saluta tutti dicendo “Buonanotte”, incredibilmente appena alle 17.30 avendo sottolineato prima che il “mio giorno non è come quelli precedenti”. Per puro caso sulla sua testa c’è l’orologio romano pre-napoleonico e, secondo l’ora pontificia, alle 17.30 si era giusto all’inizio della notte, ore 23,30. Casualmente, le otto di sera di cui parla Benedetto, ora a partire dalla quale non sarà più “pontefice al sommo grado”, corrispondono alle 13.30 del 1° marzo, subito dopo l’emissione del bollettino che convoca il nuovo conclave, momento in cui si ufficializzerebbe proprio la sede impedita. QUI 

Arrivate le ore 20.00 del 28 febbraio, infatti, Benedetto non firma né dichiara alcuna conferma per le dimissioni dal ministerium QUI  anche perché questo non potrebbe mai avvenire dato che il munus non può essere separato giuridicamente dal ministerium, ma solo fattualmente, giustappunto, in caso di sede impedita. Che incredibile serie di casualità.

Peraltro, sempre nella Declaratio, Benedetto raccomanda che il prossimo Sommo Pontefice dovrà essere eletto “da coloro a cui compete”: guarda caso, sembra affermare proprio quello che ribadisce Lei, cioé che il prossimo vero papa, dopo Benedetto, dovrà essere eletto solo da cardinali di nomina pre-2013. Provvidenziale, si direbbe.

Eccellenza: non sono un po’ troppe queste coincidenze?

Come mai, poi, nessun canonista ci ha smentito dall’inizio dell’inchiesta? E come mai non lo ha fatto nemmeno il Santo Padre Benedetto rispondendoci per lettera QUI   ? Non avrebbe dovuto rimproverare aspramente il sottoscritto per lo “scandalo” che produce “spacciando falsità e menzogne”? E invece ci ha risposto: “pur con ogni buon intento, proprio non è possibile riceverla” (l'unica risposta inviabile da una sede impedita) inviandoci il suo stemma da papa regnante, al quale non ha mai voluto rinunciare nonostante la proposta del card. di Montezemolo QUINon sarà che non ha mai voluto cambiare lo stemma perché non ha mai abdicato?

Vogliamo dire, come fanno alcuni, che quella Declaratio piena di sgrammaticature, scritta da lui in latino proprio “per non commettere errori” (quello di abdicare davvero?), stilata in due settimane, sottoposta alla Segreteria di Stato QUI  per emendarla da errori giuridici e formali (sotto segreto pontificio) è stata solo un errore sostanziale? Cioè, un’inconsapevole serie di fortunati sbagli (mica uno) che, “magicamente” conducono tutti alla situazione di sede impedita? Va bene, diciamolo. Secondo un calcolo delle probabilità dovremmo essere già allo 0, ... parecchi decimali, ma accettiamo pure una incredibile congerie di casualità.

Tuttavia, se si trattasse di una serie di errori casuali, papa Benedetto dovrebbe affermare convintamente che lui ha abdicato. E invece, guarda caso, tutto ciò che lui afferma, o può essere interpretato in modo anfibologico, oppure svela l’esatto contrario dell’abdicazione rimandando – guarda caso - proprio alla sede impedita. QUI 

Qualche esempio? Dice da nove anni che “Il papa è uno solo” QUI  e non spiega mai quale, così come raccomanda ai neo-cardinali bergogliani una generica “fedeltà al papa” senza nominare Francesco. Scrive che ha validamente rinunciato al ministero, sì, ma quale? Il ministero-munus, o il ministero-ministerium dato che si traducono entrambi con la stessa parola? QUI  E perché nella versione tedesca Amt (munus) e Dienst (ministerium) sono invertiti?  QUI 

Poi un'altra “strana” frase di papa Benedetto: “Nessun papa si è dimesso per mille anni e nel primo millennio è stata un’eccezione”. QUI 

Un errore storico clamoroso (con dieci papi abdicatari fra I e II millennio) a meno di non considerare proprio le sue dimissioni come dal solo ministerium e così individuare perfettamente quel paio di papi (Benedetto VIII e Gregorio V) che nel I millennio furono scacciati da antipapi e persero proprio l’esercizio pratico del potere, ma rimasero papi. Guarda caso, una sede impedita ante litteram.

Curioso poi che Benedetto risponda alla domanda di Seewald: “Secondo la profezia di Malachia, Lei potrebbe davvero essere l’ultimo papa per come l’abbiamo conosciuto?”. Risposta di Ratzinger: “Tutto può essere”. QUI 

Allora papa Francesco chi è? Un’amnesia momentanea, o non sarà che Bergoglio non è papa, ancora una volta, a causa della sede impedita?

Non è buffo, poi, che Benedetto dica che ha scelto la data per la Decaratio con un nesso interiore col primo lunedi di Carnevale tedesco? QUI 

E come fa a rispondere a una signora, tramite Segreteria di Stato, scrivendo: “Il papa emerito ha ricevuto la sua lettera. Ringraziandola per la sua devozione filiale il Sommo Pontefice la invita a guardare a Gesù…”? QUI 

Ma dunque il papa emerito è il Sommo Pontefice, come già canonicamente affermavano i canonisti Boni, Fantappiè, Margiotta-Broglio? QUI 

Dato che questo status canonico non esiste (come invece esiste per il vescovo), non sarà che l’aggettivo è solo qualificativo, provenendo da emereo, cioè colui che merita, che ha diritto di essere papa, un titolo che lo distinguerebbe in quel ministero allargato (canonicamente inesistente) che però si configura come una sorta di luogo teologico fra un papa legittimo e un papa illegittimo? Pensi che strano: Mons. Gaenswein dice proprio che “c’è un solo papa legittimo, ma due successori di san Pietro viventi”. E che “c’è un membro attivo e uno contemplativo”, ruoli che ben si attagliano a un papa illegittimo attivo e a uno legittimo impedito e contemplativo. QUI 

E non sarà che quell’Ausnahmepontifikat – “pontificato d’eccezione” corrisponde proprio, come ventila il canonista Ferro Canale, a una sospensione giuridica, magari innescata proprio da una sede impedita? E come mai Benedetto dice a Tornielli che mantenere nome pontificale e veste bianca è stata la cosa più pratica? Forse non è stato in grado di procurarsi una talare da vescovo, o magari si riferiva all’assenza di una veste da papa impedito, alla quale però lui ha tolto proprio mozzetta e fascia, simbolo delle due funzioni del ministerium a cui rinunciava? QUI 

E a proposito, non è davvero pazzesco che la sua frase sulla mozzetta rossa, logicamente, conduca proprio al fatto che Bergoglio si è abusivamente vestito di bianco, non volendo accontentarsi della mozzetta rossa da cardinale? QUI 

E come mai non si riesce mai a trovare un esplicito elogio di papa Benedetto verso “papa Francesco”, ma, anzi, solo sottili e spiritosissime ironie?  QUI 

Certo, questo linguaggio di Benedetto è sottile, per quanto a volte più diretto e a volte difficile da decrittare, ma, guarda caso, un papa prigioniero non è libero di comunicare. Roba “alla Agatha Christie”? O non potrebbe essere “roba alla Gesù”, dato che l’uso di anfibologie, rimandi alla Scrittura e fraintendimenti logici ricorrono proprio nello stile di Cristo coi Suoi accusatori? QUI 

E non è anche curioso che Benedetto ammetta nel 2016 di non aver mai giurato obbedienza a Bergoglio? Non sarà che sta ancora aspettando un successore, nominato "da coloro a cui compete", il cui responso sulla sede impedita accettava fin dal 2013? QUI 

Con Lei certo non occorre citare, poi, gli aspetti teologico-escatologici che annunciano da secoli questo maligno antipapato: il falso profeta, il vescovo vestito di bianco, il pastore idolo, la falsa chiesa, l’art. 675 CCC, il katechon, il mistero d’iniquità, la potenza d’inganno etc.

Non vogliamo tediarLa ulteriormente Eccellenza, ma se avesse interesse per la nostra inchiesta, presto sarà riordinata in un progetto unico; nel frattempo, il grosso è stato riordinato in 60 capitoli in fondo a questo articolo QUI  .

Ci permetta un’ultima osservazione: attenzione a tutte le questioni relative alle irregolarità del conclave 2013, che pure, in buona parte, ci sono state, ma sono difficilmente comprovabili. Esse si prestano, infatti, a essere bypassate dalla dottrina dell’Universalis Ecclesiae Adhaesio, l’accettazione pacifica universale di irregolarità in un conclave LEGITTIMO. Quindi l’unico aspetto da indagare, a prova di bomba, è l’invalidità dell’abdicazione di papa Benedetto che, di per sé nullificava la convocazione di qualsiasi conclave, impossibile senza un papa precedente morto o abdicatario.

Sappiamo che in tale Magna quaestio tanti sono i sabotatori, gli azzeccagarbugli canonici che con le più assurde forzature cercano di confondere le carte. Ecco perché è assolutamente fondamentale  indagare a fondo cosa rivela lo stesso autore della Declaratio, l’unico vero papa Benedetto XVI. Peraltro Lei, a quanto ci fanno sapere, incardinato nella Curia romana, potrebbe chiedere un sinodo provinciale per indagare sull’impedimento del vescovo di Roma.

E sarebbe grandioso se, prima che sia troppo tardi per la Chiesa e per il mondo, in occasione del compleanno del Santo Padre, il 16 aprile, Lei gli volesse donare quel “Suo” esercito di veri cattolici che ha radunato intorno a sé con tanta fatica e coraggio, in questa che, sembra davvero una specie di ultima crociata finale, per liberare Roma, stavolta.

Con i più rispettosi saluti,

                                                                                                                                                                                                                                               Andrea Cionci

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