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Rossella e le altre, le donne che non si sono salvate

Brunella Bolloli
Brunella Bolloli

Alessandrina, vivo a Roma dal 2002. Ho cominciato a scrivere a 15 anni su giornali della mia città e, insieme a un gruppo di compagni di liceo, mi dilettavo di mondo giovanile alla radio. Dopo l'università tra Milano e la Francia e un master in Scienze Internazionali, sono capitata a Libero che aveva un anno di vita e cercava giovani un po' pazzi che volessero diventare giornalisti veri. Era il periodo del G8 di Genova, delle Torri Gemelle, della morte di Montanelli: tantissimo lavoro, ma senza fatica perché quando c'è la passione c'è tutto. Volevo fare l'inviata di Esteri, ma a Roma ho scoperto la cronaca cittadina, poi, soprattutto, la politica. Sul blog di Liberoquotidiano.it parlo delle donne di oggi, senza filtri.

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"Non sono riuscita a salvarti", si dispera Monica Nappini, sorella di Rossella, l'infermiera 52enne di Roma uccisa a coltellate nell'androne di casa dall'ex compagno, il marocchino Adil Harrati, ora rinchiuso in carcere. Rossella è l'ultima vittima in ordine di tempo, l'ultima mamma di famiglia massacrata da un uomo che non si arrendeva alla fine di una storia, a un nuovo amore di lei, forse semplicemente alla sua voglia di libertà. Si può ammazzare la persona che hai amato perché non vuole più stare con te? La risposta è sempre no, ma se non si ha la cultura del rispetto per le donne, e in generale per il prossimo, ogni parola suona come inutile e retorica, ripetitiva come chi invoca nuove leggi ben sapendo che neppure quelle esistenti sono risolutive se non vengono applicate. I dati, comunque, sono impietosi. Secondo i dati dell'ufficio crimine delle Nazioni Unite, l'Italia è tra i 5 Paesi dell'Europa con il più alto numero di vittime di omicidio intenzionale (119). Peggio di noi solo Germania, Francia e Regno Unito. Il report più recente del ministero dell'Interno dice che dall'inizio dell'anno si sono registrati nel nostro Paese 78 femminicidi, uno ogni tre giorni e non vi è distinzione tra regioni: nord, sud o centro, la scia di violenza e sangue attraversa tutto lo Stivale e conferma che a colpire sono quasi sempre gli ex mariti o fidanzati, anche se a proposito degli stupri di Caivano e Palermo il New York Times sostiene che ci sia un divario culturale in Italia difficile da colmare tra il nord e il Mezzogiorno. Il marocchino 45enne che ha assassinato Rossella Nappini, premeditando il delitto, era un suo stalker e già in passato aveva vandalizzato l'auto della donna scrivendole su tutta la fiancata "Ti amo tanto" con una bomboletta spray. Rossella faceva l'infermiera al San Filippo Neri ed era sempre pronta ad aiutare gli altri. Nel 2018, per il suo compleanno, aveva chiesto per regalo donazioni per la "Casa delle donne per non subire violenza". Una richiesta che oggi suona come un drammatico presagio.               

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