Rigopiano, l'immagine simbolo della distruzione. L'hotel della morte: com'era, com'è
L'hotel di Rigopiano di Farindola (Pescara) è stato travolto ieri da una valanga scatenata dal terremoto. L'albergo, dove si trovavano al momento della tragedia una trentina di persone, tra cui alcuni bambini, è stato spostato di venti metri ed è completamente sommerso dalla neve e dagli alberi sradicati dalla valanga. Queste sono le immagini impressionanti dell'hotel, di quello che era un lussuoso resort sul Gran Sasso, di cui non resta più nulla se non il tetto e qualche finestra. E sotto il quale, ora, forse, ci sono solo morti. A parte le due persone messe in salvo dai soccorritori, Giampiero Parete e Fabio Salzetta, che avevano lanciato l'allarme e che sono vivi solo perché si trovavano fuori dall'albergo quando è arrivata la valanga, non ci sono al momento segni di vita. "Non si sa ancora quanti sono i morti", scrive il presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco sul suo profilo Facebook: "Certo che la struttura è stata presa in pieno dalla slavina". E le notizie che arrivano dal prefetto di Pescara, Francesco Provolo, sono sconfortanti: "Da quello che abbiamo saputo dal manutentore che aveva appena lasciato l'hotel, sarebbero una ventina le persone ospitate nella struttura con alcuni bambini e sette, otto persone dello staff, ma sono notizie non confermate". Intorno a mezzogiorno i soccorritori estraggono la prima vittima dalle macerie e dalla neve. Lo fanno in condizioni davvero molto critiche. "Ci sono tanti morti", annuncia Antonio Crocetta, uno dei capi del Soccorso alpino abruzzese. "Non voglio dare cifre sulle vittime. Prima devono essere avvisati i familiari, voglio prima avere la certezza della situazione", spiega Francesco Provolo a Rainews 24. L'hotel, specifica il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, "è stato raggiunto alle 4.30 del mattino da uomini valorosi perché di fronte a situazioni veramente al limite, hanno raggiunto la struttura mettendo in sicurezza due persone e adesso stanno lavorando per portare i mezzi che ancora fanno fatica ad arrivare. Ma stanno già lavorando nella verifica delle condizioni che sono proibitive anche per il soccorso tecnico".