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Santanchè, il colpo più basso: il "pizzino" al veleno della compagna di Sallusti

Giulio Bucchi
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Più che un annuncio di buoni propositi, pare una pugnalata bella e buona. Patrizia Groppelli, compagna del direttore del Giornale Alessandro Sallusti, spiega su Chi la decisione di abbandonare il cognome dell'ex marito, d'Asburgo Lorena, "che mi identifica nel mio lavoro e mi spetterebbe di diritto, almeno fino a sentenza definitiva di divorzio e probabilmente anche dopo". "Non più principessa", aggiunge, "ma semplicemente come sempre la vostra Pat". Bene, ma è tutto quello che precede queste righe a far fischiare le orecchie a Daniela Santanchè. Malizia? Può darsi, ma la biografia della politica di Forza Italia desta sospetti: nata Daniela Garnero, sposa il chirurgo Paolo Santanchè e dopo il divorzio mantiene il cognome con cui è diventata famosa. Soprattutto, la Santanchè è oggi la compagna proprio dell'ex della Groppelli, il principe Dimitri d'Asburgo Lorena. Un cortocircuito sentimentale. Ecco perché forse le "dediche" della Groppelli sono da leggere con altri occhi:  "Entriamo nel 2017, a testa alta, senza ipocrisie o furbizie. E siccome: ... ci sono uomini che non hanno onore e danno un prezzo al loro cognome, chiedendo soldi per concederlo o per lasciarlo, come fosse un'auto usata; ... ci sono donne che odiano altre donne al punto da tormentare il proprio uomo per ottenere l'esclusiva di un cognome non loro; ... ci sono donne che comperano il cognome dall'uomo, come una crema di bellezza, rinnegando così la propria famiglia e le radici; ... ci sono donne, tante, che valgono per quello che sono indipendentemente dal cognome; ... ci sono altrettante donne che danno al cognome il senso di un legame indissolubile, che sia quello del padre o del marito; ... e ci sono donne che non possono guardarsi allo specchio con serenità, non solo per le rughe (e io non vorrei mai essere tra queste)".

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