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Il Pil crolla, Monti ci prende in giro: "Non ho visto i dati". Cambi occhiali

Prodotto interno lordo giù del 2,6%, mai così male dal 2009. Il premier da Sarajevo: "Non posso commentare". Forse vive in un'altra Italia

Giulio Bucchi
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  Consiglio a Mario Monti: cambi paio di occhiali. L'Istat ha comunicato i dati sul Pil relativi al secondo trimestre: calo dello 0,8% rispetto al primo trimestre e del 2,6% rispetto al secondo trimestre 2011, peggio della stima preliminare dello scorso 7 agosto. Il prodotto interno lordo dall'inizio dell'anno è calato del 2,1%. Numeri drammatici: mai così male dalla fine del 2009, segno che la recessione continua a picchiare duro. E a soffrire sono innanzitutto le famiglie, la cui spesa è diminuita dell'1% (mentre quella di Pubblica Amministrazione e Isitituzioni sociali private è aumentata dello 0,2%). E Monti? Da Sarajevo, ai giornalisti che gli chiedevano un commento, ha potuto replicare soltanto uno sconcertante: "Non li ho visti e non sono in grado di commentarli". Numeri drammatici - In realtà, la fogorafia fornita dall'Istat è ben nota a Palazzo Chigi perché gli ultimi dati, allarmanti, non si discostano da quanto sta accadendo in questi mesi. Rispetto al trimestre precedente, sottolinea l'istituto di ricerca, i principali aggregati della domanda interna sono diminuiti in misura significativa, con cali dello 0,7% dei consumi finali nazionali e del 2,3% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni hanno subito una flessione dello 0,4% ma le esportazioni sono aumentate dello 0,2%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto un punto percentuale alla crescita del Pil (-0,6 i consumi delle famiglie e -0,4 gli investimenti fissi lordi), mentre il contributo della domanda estera netta è stato positivo per 0,2 punti percentuali. Tutti e tre i grandi comparti di attività economica registrano una diminuzione congiunturale del valore aggiunto: -1,9% per l'agricoltura, -1,6% per l'industria e -0,5% per i servizi. In termini  tendenziali, il valore aggiunto è aumentato dello 0,9% nell'agricoltura, mentre è diminuito del 6% nell'industria in senso stretto, del 6,5% nelle costruzioni e dell'1,1% nel complesso dei   servizi. Niente Iva e pressione fiscale - Ma Monti resta ottimista. Intervenuto a Class CNBC dice che "l'Italia tornerà a crescere nel 2013" e che - forse - "non aumenterà l'Iva". Questo grazie alla spending review che "ora sta offrendoci risorse alternative che possono evitarci di dover incrementare l'iva. Questo è il nostro obiettivo. Ritengo che riusciremo ad evitare anche altri incrementi della pressione fiscale". Del resto, Monti è convinto che l'Italia "sarà uno dei primi paesi nell'Unione Europea a raggiungere l'equilibrio di bilancio". Certo, c'è un elevato rapporto debito/pil ma "lo ridurremo gradualmente. E' però chiaro che una volta che i mercati realizzeranno che il paese ha completamente modificato il suo comportamento sul fronte del bilancio e che è sulla strada della disciplina fiscale allora riusciranno a rapportarsi meglio anche a questo stock di debito elevato ereditato dal passato".

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