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In Siria ora è guerra civileTank in strada a DamascoRussia e Cina, veto su sanzioni

Andrea Tempestini
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La Russia e la Cina hanno posto il veto, in consiglio di sicurezza all'Onu, sulla bozza di risoluzione sulla Siria preparata dai paesi occidentali, che ha incassato 11 voti a favore. Due gli astenuti. Per i due Paesi si tratta del terzo veto sulle risoluzioni Onu per aumentare le pressioni sul regime di Bashar Assad: continuano a difendere il sanguinoso regime. La risoluzione minacciava sanzioni nei confronti di Damasco, dove la situazione sta precipitando. In stada, per la prima volta, sono entrati i carri armati nel quartiere di Qabun, nell'est della città. La notizia è stata rilanciata da attivisti di una ong che insiste sul "timore di massacri". "Oltre 15 carri e mezzi blindati hanno assaltato la strada principale del quartiere", ha riferito l'Osservatorio siriano dei diritti umani. Attacco alla polizia di Damasco - I ribelli siriani da par loro hanno attaccato il quartier generale della polizia di Damasco: lo hanno riferito alcuni testimoni che rifersicono di avere udito "intensi colpi di arma da fuoco per circa un'ora" nel quartiere di Qanawat, in pieno centro, a pochi passi dal comando della polizia. Negli scontri e nei bombardamenti sono morte almeno 57 persone. Venti vittime sono, secondo le stime dei Comitati locali di coordinamento dell'opposizione, state registrate nei sobborghi di Damasco. Sparano gli elicotteri - I bombardamenti delle forze governative sono stati compiuti anche oggi, giovedì 19 luglio: il regime ha messo in campo anche gli elicotteri, in particolare nei sobborghi di Zamalka, Arbain e Zabadani. L'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) ha affermato da parte sua che nel quartiere centrale di Mezzeh, dove durante la notte erano avvenute sparatorie tra governativi e ribelli, le forze lealiste hanno piazzato cecchini sui tetti di vari edifici.  Guerriglia nei quartieri - Scontri sono stati segnalati, in mattinata, all'ingresso del quartiere di al Qabun e in quello di al Midan, mentre ad al Nakb, sobborgo della capitale, tre militari in servizio a un posto di blocco sono morti in un attacco dei ribelli. L'Ondus, infine, riferisce che la città di Azaz, nella provincia di Aleppo, è stata occupata dai ribelli dopo una battaglia conclusa all'alba, nel corso della quale sono morti otto soldati governativi, mentre alcuni carriarmati sono stati distrutti.

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