Cerca
Logo
Cerca
+

La Libia: "In arrivo un ondata di clandestini"

Il ministro degli Esteri di Tripoli: "Temiamo un peggioramento". L'Italia chiede aiuto alla Ue

Andrea Tempestini
  • a
  • a
  • a

Muammar Gheddafi è morto da meno di un anno: le truculente immagini della sua ingloriosa fine risalgono al 20 ottobre 2011. E nella Libia orfana del dittatore torna di attualità un'emergenza che ci riguarda molto da vicino: quella legata all'immigrazione. Già nei giorni dell'insurrezione appoggiata dalla Nato, dalle coste di Tripoli presero a salpare decine di carrette del mare, che portarono Lampedusa vicino all'implosione. E oggi, saltati i trattati per il controllo delle coste, la Libia lancia l'allarme relativo all'immigrazione clandestina, che da qui a medio termine potrebbe riversarsi sulle coste italiane. "Temiamo un peggioramento - ha spiegato il ministro degli Esteri libico, Ashour Bin Kahyam - e per questo ci rivolgiamo all'Italia affinchè affronti con l'Ue questo tema". Italia, appello alla Ue - "La situazione - ha aggiunto Khayal, nel corso di una conferenza stampa congiunta con il capo della Farnesina, Giulio Terzi - adesso non è così grave ma gli indicatori mostrano che le cose potrebbero peggiorare. Sul confine di Egitto e Libia sono in arrivo diversi flussi e anche se adesso non vi sono grandi numeri potrebbe esservi un aumento. Per questo abbiamo dato al ministro Terzi un segnale, un avvertimento affinchè l'Europa affronti questo fenomeno. Da par suo l'Italia invoca l'aiuto dell'Unione Europea e chiede un "piano urgente" che affronti il tema dell'immigrazione clandestina. Il ministro Terzi avanzerà la proposta approfittando di un Consiglio Europeo degli Affari Esteri, che si terrà lunedì prossimo a Bruxelles. Secondo Terzi, l'allarme immigrazione, è "un tema da affrontare con un piano europeo, che finanzi gli strumenti di cui già dispone l'Ue". Terzi ha infine sottolineato che tra Italia e Libia esiste un partenariato che affronta in modo particolare il tema dei flussi migratori e del controllo integrato alle frontiere.

Dai blog