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Sette commercianti su dieci sono irregolari a Palermo

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Blitz della Guardia di Finanza nel capoluogo siciliano: su 209 attività controllate, 140 si sono beccate la multa

Nicoletta Orlandi Posti
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Il 70% dei controlli a Palermo si è concluso con una multa. Su 209 attività commerciali finite nel mirino della Guardia di Finanza, ben 140 infatti, presentavano delle irregolarità. Le verifiche sono state effettuate in città e in provincia a Bagheria, Partinico, Termini Imerese, Corleone, Cefalù, Carini, Lercara Friddi e Petralia Soprana. A un ristoratore palermitano è stata contestata un'evasione da oltre 4 milioni di euro. Nel corso dell'operazione sono stati inididuati anche 122 lavoratori in nero e sequestrati 3.000 articoli con marchi contraffatti a sei venditori ambulanti abusivi, che sono stati denunciati. Nel dettaglio, le verifiche hanno riguardato 9 stabilimenti balneari, con 7 casi di mancata emissione di scontrino (77%); 50 fra bar, pub, pasticcerie e gelaterie, con 26 esercizi verbalizzati (52%); 45 ristoranti e pizzerie, con 27 violazioni (60%); 33 venditori ambulanti, uno solo dei quali in regola (97%); 54 rivendite di alimentari con mancate emissioni di scontrino in 34 casi (63%); 7 fra barbieri e parrucchieri, con 5 irregolarità; (71%), 5 attività; di altro genere, con 3 verbali (60%) La mancata emissione di scontrino è stata contestata anche a 6 parcheggiatori abusivi. Per il contrasto al lavoro nero, sono stati controllati altri 54 esercizi (3 stabilimenti balneari, 14 fra bar, pasticcerie e gelaterie, 20 ristoranti e pizzerie, 5 negozi di generi alimentari, 3 agriturismi e 9 attività; di vario genere), 34 dei quali impiegavano nel complesso 11 lavoratori irregolari e 122 completamente in nero. Di questi ultimi, 63 erano addetti di ristoranti e pizzerie, 40 di bar, gelaterie e pasticcerie, 8 di agriturismi. Tra i casi più significativi, quello di un ristorante ubicato di Mondello, il lido di Palermo, che non aveva presentato dichiarazioni fiscali per alcuni anni: in un registartore di cassa apparentemente in disuso, i finanzieri hanno trovato memorizzati scontrini di "chiusura giornaliera" per incassi dal 2006 al 2011, dell'importo totale di due milioni e mezzo, mai dichiarati al fisco. Accertati anche nello stesso locali altri ricavi su cui è stata evasa l'imposta, per un ammontare nel complesso di circa 4 milioni e mezzo di euro. 

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