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Vittorio Feltri difende Sgarbi: "Attaccarlo per le sue idee fa più schifo del coronavirus"

Vittorio Feltri
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Le polemiche sul virus non sono estinguibili, per una semplice ragione. Chiunque, esperti e non esperti, in merito dice la sua che magari contrasta con opinioni diffuse, a cui molti credono perché quando una persona ha paura di ammalarsi non ragiona più. Di norma la gente di fronte a un pericolo lo ingigantisce e dà retta a coloro che alimentano l'allarme. È indubbio, il morbo che ci affligge in questi giorni è inquietante per ciò che è e soprattutto per come viene descritto, con toni apocalittici, dai media, in particolare dagli ospiti che affollano gli studi televisivi lanciando sentenze inappellabili.

Va da sé che il pubblico, suggestionato dal clima di eccitazione creatosi nel Paese, viva nel terrore. Ma vogliamo ammettere che se un signore o una signora non beve la vulgata minacciosa non è un eretico, bensì un individuo che semplicemente stima con minore apprensione il Corona ed emette giudizi non drastici, opponendosi alle eccessive limitazioni emanate dall'autorità centrale? Un esempio, Vittorio Sgarbi, un intellettuale importante stimato financo dai suoi detrattori, si è pacatamente ribellato agli arresti domiciliari cui tutti o quasi gli italiani sono stati condannati, e immediatamente è stato preso di mira come un matto poiché non si inginocchia al potere distruttivo dell'infezione, nostro Dominus ormai.

Questo solo perché le sue idee, peraltro non peregrine, sono diverse da quelle che hanno contagiato la massa. Teoricamente il professore, esimio critico d'arte, potrebbe essere in errore. Ma non per questo gli si potrebbe negare il diritto di esprimere la propria valutazione morbida sulla patologia in questione. E invece no, anziché quietarsi alle sue parole rassicuranti, vari soggetti mentalmente disturbati lo trattano come un tifoso del Corona. Mancare di rispetto alle convinzioni, dalle nostre parti radicate, è una abitudine consolidata, però fa più schifo del virus.

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