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Giuseppe Conte? "La brutta copia di Viktor Orban": il commento di Renato Farina

Renato Farina
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Contro il premier ungherese Viktor Orbán assistiamo a un variopinto scodinzolare di code di paglia. Un trionfo di tutti i colori dell' ipocrisia e dell' impostura. Per rendersene conto basta confrontare gli atti compiuti a Budapest con un certo articolo 1: «La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione». La nostra, ovvio. Essa, quanto a capisaldi della democrazia, è ritenuta la più solida d' Occidente. Chiediamo: in che cosa Orbán ha cancellato la sovranità del suo popolo? Quali forme e limiti della Magna Charta magiara avrebbe negato? Esaminata la questione, osiamo dire: in nulla. Viktor Orbán è accusato di tirannide, e di aver posto l' Ungheria fuori dal recinto delle democrazie, per aver ottenuto dal Parlamento, con il 72 per cento dei voti, e dopo quindici giorni di dibattito, «i pieni poteri per fronteggiare l' emergenza del Covid-19». I periodi di eccezione o di emergenza sono statuiti in qualsiasi Paese. Quando la storia suona a martello è bene che le decisioni siano rapide, e le leve in mano-cuore-testa di uno solo. Come insegnano i manuali di dottrina politica, «sovrano è chi decide sullo stato di eccezione» (Carl Schmitt). In Ungheria a decidere nome e modi dell' eccezione è stato un popolo tramite Parlamento, che ha potere di revoca immediata.

 


Cosa c' è che non va? In realtà la ragione vera dell' ira universale non ha a che fare con l' empireo dei valori liberali, ma riguarda ben più materiali interessi d' apparato. Il parlamento di Budapest ha sancito oltre ai poteri di Orbán la piena sovranità ungherese. Vale la legge nazionale. Questo è intollerabile per gli eurocrati, esautorati proprio in tempi di emergenza che sono i più propizi per le razzie dei vichinghi e degli alemanni. L' Ungheria è piccola, non ha neppure 10 milioni di cittadini, ma guai se l' Italia, la Spagna, la Polonia ne seguissero l' esempio. Per questo i poteri extra-nazionali finanziari e politici hanno mobilitato i loro scudieri locali, così da fare passare Orbán per un nazista.


I CRAPA PELATA
 Noi siamo invece dell' avviso che, quando su un popolo pende un pericolo letale, i suoi legittimi capi hanno il diritto-dovere di sottrarsi all' egemonia affamatrice di una conventicola tedesco-nordica, che comanda come quel Crapa pelata della tiritera lombarda. Il quale si tiene per sé le frittelle, e lascia digiuni gli altri fratelli, che allora si fanno la fritta da soli, con le loro uova, e non le forniscono più ai Crapa pelata di Bruxelles, Francoforte e Berlino. L' Europa è organizzata come una galassia di organismi funzionali indipendenti da meccanismi democratici. Indipendenti cioè dai popoli e dal loro voto. Commissione, Consiglio, Bce, Corte di giustizia e autority sono il nerbo del potere sovranazionale europeo che sta al di sopra del Parlamento di Strasburgo.


LA VERA COLPA
Ecco la vera colpa dell' Ungheria. Aver osato tranciare le catene imperiali per un periodo indeterminato. Ben fatto. L' Europa ha detto e dirà no a un Fondo salva-Stati (Mes) che non implichi l' impiccagione del debitore. Ha sbarrato la via pure agli euro(corona)-bond. Ed ha nella pancia dei suoi statuti il diritto osceno di consegnare un popolo alla tirannide della Troika (Bce, Fondo monetario internazionale, Commissione) qualora domandi di essere aiutato. La Grecia l' ha subita e ha pagato con migliaia di morti per tagli alla sanità e alla previdenza. Capiterà la stessa cosa a noi, se domanderemo sostegno a questo nuovo fondo (il Mes). E ora i giornali e i politici italiani osano rinfacciare a Salvini e alla Meloni l' amicizia con Orbán e a Berlusconi la comune appartenenza al Partito popolare europeo. È un vero schifo, un' usurpazione tirannica dell' intelligenza dei popoli, onde farli fessi. Diciamolo, oggi è più democratica l' Ungheria dell' Italia. Da noi il governo Conte ha proclamato lo stato di emergenza il 31 gennaio senza voto del Parlamento, che si è adeguato poi. In Francia esiste l' articolo 49 comma 3. Consente al governo di promulgare una legge senza voto delle Camere né prima né dopo. Uno stato di emergenza prêt-a-porter. E i nostri alfieri della dittatura sì ma asintomatica, tutti a baciare la pantofola di Conte, e Macron, a ingozzarsi dei cavolini di Bruxelles, e a vomitarli contro Orbán. Il quale, finora, ha contenuto i contagi in Ungheria a meno di 500. Ma questo non conviene riferirlo.

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