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Superlega, i nostri club avrebbero rischiato molte figuracce: ora la Uefa si interroghi e riformi il movimento

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Tommaso Lorenzini
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Superlega archiviata in 24 ore? A quanto pare sì, ma la Uefa e il vecchio calcio che riescono a far fuori la “novità” hanno l’imperativo di interrogarsi sui motivi per cui quei clu bhanno deciso di ribellarsi, e prendere le contromisure per riformare il movimento. Perché se è vero che i “dodici” hanno pensato in primis alle loro tasche, è anche vero che (per restare in Italia) Juve,Milan e Inter sono i club che trainano un sistema logoro che ha bisogno di essere ripensato. E la loro richiesta di più soldi, più attenzione, è legittima. Senza di loro pensate che Dazn avrebbe pagato oltre 800 milioni all’anno per i prossimi diritti tv? Forse è proprio per evitare la svalutazione che gli altri club hanno strepitato, altro che “etica”. Resta il sospetto: Juve, Inter e Milan sarebbero state pronte a disputare la SuperLega con le rose attuali puntando al vertice? Probabilmente no.

 

 

Avrebbero rischiato di fare la fine del Crotone (preso ad esempio esclusivamente per l’ultimo posto occupato in serie A)? Pericolosamente sì, se il metro di giudizio è quello dei più recenti risultati ottenuti nelle coppe europee: Juve uscita agli ottavi di Champions e col capo cosparso di cenere con il Porto; la tafaziana Inter ridicolizzata nel girone di Champions; il Milan ko agli ottavi di E-League e ridimensionato dalla diversa caratura dello United. I circa 350milioni promessi dal nuovo format avrebbero potuto certo essere la leva per migliorarsi ma, arrivando anche nei salvadanai altrui, non sarebbe stata applicabile la formula “più soldi uguale più campioni da pescare sul mercato”. Per ribaltare gerarchie e rapporti di forza, ai nostri sarebbero serviti tempo e giocatori costosi, fuoriclasse, senza scordare che parte dei nuovi introiti sarebbero serviti a tenere il bilancio in galleggiamento.

 

 

La Juve (a proposito: Pirlo sarebbe stato l’allenatore?) avrebbe dovuto rifare l’attacco. Con la permanenza di CR7 da verificare, per riscattare Morata dall’Atletico ci vogliono 35 milioni (o 10 per allungare il prestito); Dybala, messo sulmercato, (7milioni di ingaggio, va a scadenza nel 2022 e il rinnovo è complicato) è ancora un punto interrogativo, così come a centrocampo mancano un regista e un grande incursore; e sugli esterni Cuadrado ha quasi 33 anni (e non è eterno) e Alex Sandro è in netta fase calante. L’Inter sembra la più avanti come progetto, vista la crescita degli ultimi mesi: ma la Champions ha detto che le servono puntelli pesanti. Come un grande esterno a sinistra, ad equilibrare Hakimi; almeno un altro centrocampista poliedrico e capace di stare a livello di Kroos, Bruno Fernandes, De Bruyne (dietro Barella, Brozovic ed Eriksen c’è poco); un altro attaccante internazionale; e un portiere? Sul Milan pendono altri interrogativi, come quelli dei rinnovi della spina dorsale: Donnarumma (che in Champions non ha mai giocato nonostante 244 presenze in rossonero, a 22 anni) e il 39enne Ibrahimovic, che la vittoria della massima coppa europea non l’ha mai sfiorata. Maldini dovrebbe consegnare a Pioli un vice-Ibra di livello internazionale, trequartisti dotati dei mezzi per forare le difese di Real e City, almeno un altro rinforzo per ruolo preso fra gente abituata alla Champions.Dalla Superlega al super figuraccia, il passo può essere fatalmente breve. Quanto successo ieri lo insegna.

 

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