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Alessandro Sallusti contro l'assistenzialismo: "È un virus non Covid che si sta diffondendo in Italia"

Alessandro Sallusti
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A volte notizie marginali rendono l'idea della realtà meglio di grandi discorsi. Per esempio, succede che a Imperia il Comune abbia rigettato 109 domande (su 305 presentate, cioè una su tre) per accedere al bonus affitti in quanto prive dei requisiti necessari. In particolare, i richiedenti percepivano già il reddito di cittadinanza che, essendo corposo, è incompatibile con qualsiasi altro tipo di aiuto pubblico. Questo fatto di cronaca locale ben fotografa il virus non Covid che si sta diffondendo in Italia, contro il quale urge una vaccinazione di massa.

Mi riferisco al virus economico e sociale del diritto all'assistenzialismo non sarebbe sacrosanto - come momentanea medicina in caso di emergenza bensì come alternativa al sostenersi grazie al lavoro. In altre parole la convinzione che si sta diffondendo è che non sia l'individuo a doversi impegnare per badare dignitosamente a sé e alla sua famiglia, ma che il benessere vada garantito dallo Stato.

 

 

 

In questo c'è qualche cosa di ben più grave del classico furbetto perennemente a caccia di scorciatoie. C'è l'assuefazione all'idea dello Stato mamma, storicamente e culturalmente tanto cara alla sinistra e che il grillismo, fino all'avvento di Draghi, è riuscito a elevare per la prima volta in Italia a regola di governo. Uno Stato padrone che dispensa prebende e per questo si sente in diritto di imporre il numero di quanti ci si può sedere a tavola, quali certificati bisogna esibire per spostarsi da una città all'altra, a che ora si deve rientrare a casa. Per certa sinistra e per i grillini le limitazioni imposte nell'emergenza Covid dovrebbero diventare la regola: tu cittadino, fai il bravo, comportati come dico io in cambio di meno libertà avrai più mancette di sostegno per soddisfare i tuoi bisogni. Esagero? Chissá, sta di fatto che il livellamento verso il basso della società - compreso l'uno vale uno- non è una novità.

 

 

 

Fu già messo in pratica, con effetti drammatici e fallimentari, là dove riuscì ad attecchire il socialismo reale e venne teorizzato poi, sia pure in forme riviste e corrette, da Casaleggio padre, cofondatore e ideologo del movimento Cinque Stelle. Quello che è appena successo a Imperia non è un caso isolato di ordinario malcostume. È una mentalità che si sta diffondendo ovunque, un campanello di allarme che, se rimanesse inascoltato, produrrebbe più danni di quanti ne abbia fatti l'epidemia sanitaria.

 

 

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