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Afghanistan, l'appello accorato di Vittorio Feltri: "Lasciatemi adottare una bimba afghana"

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Vittorio Feltri
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Forse non c'è bisogno che lo dica io: i talebani non sono amabili e si comportano da sempre come dei pazzi furiosi. Ma c'è qualcuno che li supera in imbecillità: gli americani. I quali venti anni orsono, dopo aver subito l'attentato micidiale alle Torri Gemelle, giustamente meditarono vendetta, tremenda vendetta. Erano convinti che il regista della orrenda strage fosse Bin Laden e cominciarono a dargli la caccia per farlo secco. Pensavano che la sua base logistica fosse l'Afghanistan e dichiararono guerra a questo Paese che in realtà non c'entrava un tubo. Infatti per dieci anni cercarono invano il massacratore a Kabul e dintorni facendo un casino infernale, cui partecipammo anche noi italiani, senza giungere a conclusione. Dopo dieci anni di combattimenti contro i talebani, gli Usa scoprirono che il principe degli assassini si era stabilito in Pakistan. Lo scovarono e lo uccisero. Pace all'anima sua. Ma non a quella degli afghani che continuarono a subire la occupazione degli States, che volevano regalare loro la democrazia. Una pura velleità. Bastava guardarli in faccia gli abitanti di quella nazione per capire che non era il caso di convertirli ai sistemi di governo occidentali. A un certo punto le truppe degli invasori si sono rese conto che le loro operazioni militari erano inutili, per cui i capi di Washington decisero di rimpatriare i loro soldati convinti che le strutture instaurate a Kabul potessero reggere autonomamente. Valutazione errata.

 

 

 

È bastato si diffondesse la notizia che gli statunitensi erano intenzionati a smammare, che i talebani hanno cominciato a festeggiare, cioè a impadronirsi di nuovo del potere. Il dramma è sotto gli occhi di tutti. Si è ricominciato a sparare per imporre la sharia, legge che affonda le radici nel Corano e prevede punizioni corporali per chi sgarra e per qualsiasi donna che pretenda di essere trattata da essere umano. I bigotti di Maometto li conosciamo: i loro modelli sociali fanno ribrezzo. Dei quali ora gli afghani sono vittime: violenze inaudite, soperchierie di ogni tipo, le femmine bistrattate e condannate a morte con irrisoria facilità. Ciò che sta accadendo in quei territori che campano di oppio spacciato nel mondo è responsabilità degli americani che si sono recati a Kabul a fare l'unica cosa che sanno fare: i cowboy, i quali,come d'abitudine ,dopo aver sparato su chiunque tranne che sul pianista, si sono rotti le scatole di combattere e hanno abbandonato la popolazione locale alla furia dei talebani. Più scemi di così si muore. E infatti nella capitale del Paese ora si crepa, i bambini vengono gettati di qua e di là nella speranza dei genitori che qualcuno li salvi dal massacro. I soldati d'Oltreoceano hanno combinato guai tremendi e gli italiani sono stati costretti a aiutarli, ignari chela spedizione fosse una enorme idiozia: invece di normalizzare l'Afghanistan lo hanno rimesso tra le grinfie degli assassini benedetti da Allah. Una operazione più dissennata di questa è inimmaginabile. Non ho più voglia di parlarne. Prego soltanto le nostre autorità di affidarmi una delle bambine scaraventate dalla loro mamma sul primo aereo. Sono pronto ad accoglierla e a garantirle una esistenza agiata confortata dall'amore che merita una creatura. Io e mia moglie siamo vecchi ma certe tragedie non le sopportiamo e possiamo assicurare a una ragazzina, maltrattata nel suo luogo natio, un avvenire sereno anche con l'aiuto dei nostri quattro figli, che per fortuna non sono islamici e sanno cosa sia la solidarietà. Fatemi sapere quale via burocratica debbo seguire per abbracciare una povera bimba. 

 

 

 

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