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Vittorio Feltri, la stoccata alle femministe italiane: "Si facciano un bel giro in Afghanistan..."

Vittorio Feltri
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Nonostante anche io sia stato giornalista e conosca i difetti della categoria, mi ostino a credere in quello che essa scrive. Apprendo pertanto dalle mie letture fiduciose che quei brutti ceffi di talebani si apprestano a varare a Kabul un governo interamente formato da uomini. Le donne sono escluse dalle istituzioni e forse pure dal consorzio civile. Niente scuola, niente università, vietatele professioni. Gli orrendi maschi ultrafedeli di Allah hanno lunghi capelli e lunghissime nonché foltissime barbe: quando ne vedo uno penso che abbia troppi peli, troppi per un co***e solo.

 

 

Non credo di sbagliarmi. Mentre sono certo che si sbagliano le femmine (femministe) italiane e in genere quelle occidentali ad accusare noi poveri tapini che le corteggiamo, e spesso purtroppo le sposiamo, di trascurarle e di impedire loro di salire ai vertici delle gerarchie professionali. Il maschilismo è l'insulto più ricorrente che ci colpisce, segue il sessismo come se le pratiche erotiche interessassero noi, mentre è ovvio che semmai le esercitiamo in coppia, normalmente costituita da un lui e da una lei. Sorvolo sugli omosessuali perché voglio vivere in pace cioè senza passare per omofobo, dato che in questo senso ho già pagato il fio. Consiglierei alle nostre mogli di fare un salto in Afghanistan: sarebbe per loro un appassionante viaggio studio finalizzato ad apprendere che l'Italia è un immenso gineceo dove le signore sono considerate l'élite della società.

 

 

In famiglia comandano loro, ai mariti è consentito soltanto leggere la Gazzetta dello Sport. Sui posti di lavoro si impongono poiché di norma sono più brave dei maschi, allorché una di esse entra nel mio ufficio provvedo a spalancare la porta per rendere pubblico l'incontro, si sa mai; se solo le stringi la mano è capace di denunciarti per molestie. A me le donne ispirano solamente timore, una volta mi piacevano, adesso che sono diventate aggressive preferisco i gatti che al massimo ti graffiano ma non ti trascinano in tribunale. Ribadisco di detestare i talebani, però un po' li invidio, non certo per l'abbigliamento bensì per il loro rapporto con le fidanzate e generi affini. 

 

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