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Vittorio Feltri, sentenza sulla Palombelli: "Signora sgarbata, forse mi giudicò un nazista. Ma stavolta ha ragione"

Vittorio Feltri
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Ho bisticciato con Barbara Palombelli una sera quando ero ospite del suo programma di cui non ricordo nemmeno il titolo, tanto mi sta a cuore. Si parlava di presidenti del consiglio e lei chiese a coloro che erano presenti chi fosse il premier preferito, e io sapendo che la scelta del capo del governo spetta al Quirinale, risposi con una battuta: Hitler. Il mio voleva essere un alleggerimento della discussione scema in atto. Ma la conduttrice, invece di sorridere, mi redarguì come fossi uno scolaretto indisciplinato. Al termine della trasmissione Barbarella salutò cordialmente tutti gli intervenuti, tranne me, avendomi forse giudicato uno sporco nazista, quando tutta la mia storia dimostra il contrario.

Quindi il mio presente intervento non è ispirato a simpatia verso la sgarbata signora, ma non riesco a sopportare che ella venga brutalmente criticata perché ha detto - giustamente - in tv che i femminicidi sono forme di abiezione imperdonabile, ciò nonostante prima di giudicare gli assassini bisognerebbe esaminare con distacco quanto succedeva nella famiglia in cui è avvenuto il fatto di sangue. Con questa frase intelligente madame non intendeva - evidentemente giustificare i femminicidi, semplice mete invitava a comprendere le cause scatenanti delle aggressioni mortali in discussione. Ha ragione la Palombelli, altro che biasimarla: si è limitata a considerare che quando c'è un litigio, a prescindere dalle conseguenze, si è sempre in due a provocarlo e prima di emettere sentenze di condanna bisogna esaminare i motivi che hanno scatenato la furia omicida.

 

 

 

Questo non significa assolvere l'assassino, ci mancherebbe, ma semplicemente si tratta di capire perché tra certi uomini e certe donne scoppiano liti che sfociano nell'irreparabile. Ovvio che chi uccide ha sempre torto, ma è altrettanto ovvio che è indispensabile accogliere le motivazioni che lo hanno spinto ad armarsi la mano di coltello o di pistola. Accettare i fatti senza sapere come e perché si sono svolti è un esercizio ai limiti della superficialità.

 

 

Tutti siamo contro la violenza, sia che colpisca le signore sia che colpisca i bambini ma anche gli adulti. Ma quando scorre il sangue non basta esecrare, bisogna indagare negli abissi delle anime per scoprire il movente. Il che non serve per assolvere bensì per per chiarire quale sia la realtà, spesso peggiore delle apparenze, ma non sempre. Ecco perché siamo dalla parte di Palombelli e la difendiamo dagli insulti gratuiti di cui è stata vittima innocente. 

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