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Vittorio Feltri avverte Draghi: "Condizionatori o no, non comprare più il gas da Putin è una mossa suicida"

 Vittorio Feltri

Vittorio Feltri
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Noi abbiamo una certa fiducia in Draghi e di solito ascoltiamo volentieri i suoi discorsi. D'altronde uno migliore di lui, al momento, non l'abbiamo a disposizione. Ma recentemente il premier ci ha lasciato perplessi. Si è presentato in tv e ha fatto una dichiarazione stupefacente. Questa: cari italiani dobbiamo scegliere se vogliamo la pace o preferiamo accendere in estate i condizionatori d'aria in grado di tenere al fresco le nostre case. Sinceramente non ho capito il senso della battuta.

 

 

In effetti è un dato che sia in atto una guerra spaventosa che non accenna a placarsi. Non è colpa dell'Italia se Russia e Ucraina si scannano e non riescono a trovare un accordo che consenta almeno una tregua. Noi non abbiamo un solo motivo che ci faccia desiderare che i belligeranti seguitino a scontrarsi. Ovvio che se le armi da fuoco cessassero di ammazzare gente saremmo sollevati, perché lo spettacolo dei morti in decomposizione disseminati lungo le strade ci raggelano. Ma vogliamo dirlo che la tragica macelleria non dipende dal nostro Paese.

 

 

La faccenda dell'energia che importiamo per gentile concessione di Putin è una storia che non c'entra nulla con le sparatorie. Le forniture di metano noi le paghiamo e non hanno nulla che fare con le beghe sanguinose tra Kiev e Mosca. Quindi Draghi ci vuole spiegare per quale arcano motivo se desideriamo la pace dobbiamo rinunciare al gas che ci consente di campare civilmente, caldo d'inverno e freddino d'estate, quando il solleone ci soffoca?

 

 

Il ragionamento di Draghi non sta in piedi neanche con la saliva. Noi aiutiamo volentieri gli ucraini in grande difficoltà, li accogliamo al Nord e al Sud, questione di solidarietà, il governo di Roma ha regalato addirittura armi agli invasi affinché avessero facoltà di difendersi meglio. Ma non per questo dobbiamo infliggere sanzioni ai russi che finiscono per danneggiare noi stessi. Si può addirittura litigare con Putin, ma da qui a non comprare più energia da lui significa tagliarci le vene e non solo quelle.

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