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Rai, la nostra Costituzione non prevede nozze gay e gli spot diventano un caso

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Carlo Giovanardi
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 Con l'eccezione di Libero e poche altre testate, i media italiani si sono scatenati nell'agiografia dei «matrimoni» gay dell'estate, definendo «spose» e «sposi» i protagonisti, con in più l'uso a casaccio dei termini «marito» e «moglie». In realtà nella Costituzione italiana e nelle nostre leggi il matrimonio è possibile soltanto tra uomini e donne, non esistono sposi gay, ma soltanto coppie dello stesso sesso che stipulano un contratto di convivenza che si chiama Unione Civile, una delle formazioni sociali previste dall'art 3 della Costituzione.

 

 

È soltanto una questione linguistica? Evidentemente no, si tratta in realtà di un consapevole o inconsapevole appoggio ad una campagna del movimento LGBQ+ che, contro il Parlamento e le sentenze della Cassazione, vuole imporre la possibilità a queste coppie di adottare bambini o di comprarli all'estero, visto che in Italia la famigerata pratica dell'utero in affitto costituisce reato. Non a caso, a margine del gay pride di Milano, il sindaco Sala ha annunciato che nel suo Comune, scavalcando leggi e sentenze, si riprenderà a trascrivere atti di nascita di bambini commissionati all'estero. A questa martellante campagna non poteva mancare la tv di Stato che sta mandando in onda uno spot della Società "Idealista" denominato Buon Pride nel quale, in una tavolata di famiglia, una nonna chiede al nipote che si dichiara gay quando intenda fidanzarsi (con un uomo) e ad altri due quando intendano sposarsi (non si precisa con chi ). Una rapida ricerca consente di verificare che "Idealista" è una delle piu' grandi società internazionali che opera nel settore immobiliare, il cui presidente, lo spagnolo Jesus Encinar, è segnalato da El Mundo come «uno dei gay più influenti di Spagna».

 

 

Perché la tv di Stato si presta a questa propaganda che mette in discussione le nostre leggi? Già la Rai è stata condannata dal Comitato di tutela dei minori, su mia segnalazione, per aver messo in onda in fascia protetta un disgustoso e volgare telefilm americano. Segnalerò anche questo spot alla Commissione di Vigilanza Rai per sapere se in Italia le regole valgono per tutti o se è prevista un'esimente gay, specialmente se sono ricchi e famosi. 

 

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