
Immigrati: Garante detenuti Lazio su Cie, basta applicare norme (2)

(Adnkronos) - Il Garante si riferisce, in particolare, ai progetti di rimpatrio volontario assistito (Rav) finanziati dal ministero dell'Interno e di fatto inattuati nelle carceri italiane. Questi progetti - che il Garante nei mesi scorsi ha sottoposto all'attenzione dei direttori delle carceri di Roma - consentono, a chi sceglie di tornare nel proprio Paese d'origine al termine della pena, di intraprendere un percorso assistito basato su tempi certi e, soprattutto, senza transito nei Cie. Altro punto sul quale il Garante insiste è il superamento dell'inerzia sulle procedure di identificazione degli immigrati in carcere, oggi lasciata alla competenza esclusiva del ministero dell'Interno. Gli stranieri irregolari detenuti, infatti, alla fine della loro pena vengono portati nei Cie per essere identificati e rimpatriati. L'introduzione di un meccanismo di identificazione già in carcere, sottolinea il Garante, è la premessa per permettere ai detenuti stranieri di scontare la loro pena nel Paese d'origine e di evitare il successivo passaggio al Cie. "Dal punto di vista economico - ha concluso il Garante - un immigrato in carcere costa quotidianamente allo Stato 130 euro. Applicare le norme che già esistono consentirebbe di alleggerire il sovraffollamento delle carceri, risparmiare risorse da riutilizzare per migliorare le strutture, interrompere il circolo vizioso esistente tra carcere e Cie ed avviare un percorso virtuoso volto all'effettivo miglioramento delle condizioni di vita del detenuto straniero".
Dai blog

Giovanna Dal Magro: un viaggio nella fotografia, nell'arte e nel mondo
